Calcio

Parità con spettacolo in Fiorentina – Napoli: Biraghi e Kvara, un capolavoro a testa

Il match tra Fiorentina e Napoli si chiude in parità, nell’ultima stagionale al Franchi: il vantaggio è di Rrahmani ma la Viola la ribalta con Biraghi e Nzola. Alla ripresa, è Kvara a incastonare una perla che però non basta per l’ottavo posto

Parità con spettacolo in Fiorentina – Napoli: Biraghi e Kvara, un capolavoro a testa
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Fiorentina e Napoli s’affacciano al tramonto della stagione, con l’anticipo della trentasettesima di Serie A, in uno scontro diretto tanto importante quanto sentito. Quel che ne viene fuori è un match d’alto livello che racconta sul campo – forse finalmente, in un’annata da montagne russe – ciò di cui queste due squadre sono davvero capaci ed il risultato non può che essere un pareggio, mai scontato, sicuramente vivacissimo.

È l’ultima in casa per la Viola di Italiano, l’ultimo abbraccio del Franchi e della storica Curva Fiesole, ed è il vis-à-vis forse più importante per i partenopei di Calzona, che non possono fallire: in palio, l’ottavo posto. A passare in vantaggio è proprio il Napoli, perché all’ottavo Simeone innesca K'varatskhelia che poi è fermato in corner da Martínez Quarta; dal calcio d’angolo battuto col pennello da Politano, è Rrahmani - con la fascia al braccio - a staccare bene di testa superando il centrale argentino e gelando la Viola. Poi, però, la Fiorentina inizia un forcing impressionante e il team di Calzona va in tilt. In un minuto e mezzo, i toscani la ribaltano e chiudono il primo parziale in vantaggio con due perle: prima, la più bella, è di Biraghi che da punizione diretta dipinge una traiettoria impeccabile che congela Meret, sbatte sulla traversa e s’insacca in porta; l’altra, fulminea, nasce da un errore ingenuo nello scambio fra Mazzocchi e Politano, che tocca corto e regala a Nzola, che poi è forte nell’aggiustarsela ed inquadrare il secondo palo con un rasoterra potente e preciso. Il primo tempo si chiude così, ma la ripresa – un ping pong di fisicità e fame – ha ben altro da raccontare. Un altro dipinto, di un’altra bandiera, ancora su punizione, è quello che poi chiude i conti e vale il pareggio: K'varatskhelia compie una magia, perché il pallone scavalca la barriera, gira all’impazzata e s’incastona all’incrocio dove Terracciano non può arrivare. Il ritmo rimane alto, ma a ben poco serve il palo di Politano – coadiuvato da un velo geniale ancora di Kvara – e un presunto, e poi revocato, rigore concesso temporaneamente da Marchetti per lo scontro tra Lobotka e Belotti: è parità, con classifica sostanzialmente invariata, che sorride più alla Fiorentina che al Napoli.

Tutto per tutto

Non c’è più margine d’errore per Fiorentina e Napoli, che s’affacciano al tramonto della stagione in un testa a testa ravvicinatissimo: in palio, c’è la solidità dell’ottavo posto che significherebbe guardare ancora all’Europa. Sarà l’ultima casalinga al Franchi per la Fiorentina, che dovrà catapultarsi a Cagliari, prima della finale di Conference di Atene, e chiudendo col recupero di Bergamo contro l’Atalanta. Il Napoli, a 51 punti, -2 proprio dalla Viola e da quell’ottavo posto che significa riscatto – per una stagione più che complessa – chiuderà invece nel suo Maradona contro il Lecce. Non c’è margine d’errore, nell’anticipo forse più caldo dell’anno: serve dare il tutto per tutto, per la classifica ma anche per l'orgoglio.

Le formazioni titolari

Italiano sa quant’è importante vincere nell’ultima casalinga per i suoi. Così, di fronte a Terracciano, Dodô e Biraghi sulle fasce e Milenković con Martínez Quarta centrali; torna Bonaventura nel suo habitat, affianco di Arthur. Il consueto terzetto offensivo, dietro alla prima punta Nzola, si riconferma con l’assetto Nico González, Beltrán e Kouamé.

Per Calzona, al termine d’una stagione complessa ed estremamente altalenante, tre punti a Firenze sono essenziali. Davanti a Meret, Olivera, Rrahmani, Østigård e Mazzocchi – per far fronte all’assenza last minute di Di Lorenzo – mentre il centrocampo sarà retto da Cajuste, Lobotka ed Anguissa. L’assalto frontale è affidato a K'varatskhelia e Politano laterali e l’ex Simeone da punta centrale.

Dammi solo un minuto (e mezzo): Fiorentina in rimonta

Si sente forte il Franchi e soprattutto la Fiesole, per l’ultima gara casalinga della Fiorentina che sarà poi anche l’ultima della storica curva inaugurata nel dicembre del 1932 e che, da giugno, si vedrà sottoposta ad un drastico restyling. Un addio simbolico che la Viola vuol dare nel modo più dolce possibile: con una vittoria così importante. Tre punti assolutamente necessari, però, anche per il Napoli. I primi minuti di gioco raccontano questo: fisicità, aggressività, voglia di determinare subito. Succede proprio così, e tutto all’improvviso: il minuto è l’ottavo, quando, Simeone, con un trucco da prestigiatore, innesca K'varatskhelia che poi è fermato bene in corner da Martínez Quarta; dal calcio d’angolo battuto col pennello da Politano, è Rrahmani – stasera con fascia da capitano al braccio – a staccare bene di testa superando il centrale argentino e gelando la Viola. 0-1: immediatamente, improvvisamente, Napoli.

Cerca di reagire subito la Viola con la qualità di Nico che si lancia quasi in solitudine all’arrembaggio, arriva quasi a fondo campo e riesce a servire Beltrán nell’area piccola ma il pallone è controllato agilmente da Meret. È quasi un fuoco fatuo, perché il Napoli è assolutamente straripante e si costruisce, con gran classe e ferocia, almeno tre occasioni ghiottissime per il raddoppio rapidissimo: tra tutte, una sponda di K'varatskhelia, servito dall’incursione veloce di Politano, che arriva sui piedi di Cajuste quasi sul dischetto – lo svedese ex Reims la schiaccia malissimo.È poi ancora K'varatskhelia a tentarla, stavolta mettendosi in proprio, al 13’, e sganciando un mancino potente ma ben fuori dalla porta di Terracciano. Il Napoli è ben piazzato ed il centrocampo funziona bene in fase di riaggressione e spinta, mentre la Fiorentina fatica nello sfondamento. Chi funziona è certamente Dodô – coi capelli tinti di viola per l’occasione – che è protagonista positivo praticamente in ogni occasione, quasi alla mezz’ora: destro-sinistro pregevolissimo per liberarsi, con un pressing forsennato, a centrocampo, e trovare un corridoio per Beltrán, che tenta la girata di piede (debole) su Meret, che blocca a terra. È ancora il terzino brasiliano a trovarsi un pallone goloso, offertogli sui piedi da Kouamé, per la testa del Vichingo, anticipato però bene da Østigård. Italiano osserva perplesso da bordocampo e chiede ad Arthur di entrare di più (ma pure in termini assoluti, verrebbe da dire) negli ingranaggi del gioco, mentre ripete al Chino Martínez Quarta di non forzare; Calzona, invece, è in silenzio, con lo sguardo impenetrabile fisso sui movimenti – finché un contatto, discusso, fra Dodô e Kvara lo farà sbraitare non poco all’indirizzo del quarto uomo – dei suoi. È il 36’, Bonaventura apre sulla fascia ancora per Dodô che fa uno scatto da centometrista e s’imbuca in area, alza un cross leggermente arretrato e sulla carambola tenta di sistemarla Kouamé con un (pessimo) tiro dalla distanza che saluta la Ferrovia e il tabellone. I viola tengono, adesso, il possesso e il Napoli s’arrocca e pare tenere con solidità; poi, al 38’, Lobotka tocca il pallone di mano al limite della lunetta – sulla punizione, capitan Biraghi dipinge una traiettoria impeccabile: Meret immobile, traversa e gol. 1-1, palla al centro.

Il Franchi è in estasi e sta ancora esultando quando, su una leggerezza in disimpegno di Mazzocchi e Politano, il cui scambio fiacco e confuso è intercettato dal rientro di Nzola, il suo numero 18 la ribalta e porta a termine la remuntada: l’attaccante ex Spezia recupera, si accomoda il pallone e piazza un rasoterra perfetto per beffare Meret. Un minuto e mezzo: tanto basta alla Fiorentina per ribaltare tutto. 2-1, tre minuti prima che Marchetti possa fischiare la fine del primo parziale.

Kvara-vaggio non basta, ma che gol

Il rientro in campo, alla ripresa del secondo tempo, è subito una lotta (fisica) e già, come prevedibile, una sorta di partita di tennis: si viaggia da una parte all’altra senza soluzione di continuità. Così, Anguissa è agganciato da Bonaventura e fa ripartire K'varatskhelia; che poi è fermato da Martínez Quarta e fa ripartire Arthur. Il primo tentativo in porta è dei padroni di casa, perché Nico González rientra per spostarsela sul mancino e calcia – s’allunga Meret, che la spedisce in corner. Anguissa poi riparte da destra e s’inserisce a sinistra, punta Milenković e serve a rimorchio Mazzocchi, che l’appoggia per K'varatskhelia ma il tiro del georgiano è alto; torna subito di personalità il napoletano classe ‘95 che serve, sul secondo palo, Simeone che tocca di sponda – disorientando Terracciano in tuffo – per Cajuste, che avrebbe davanti a sé soltanto la porta ma è contrastato addirittura da Beltrán e il colpo di testa supera la traversa. È tutto in equilibrio, finché, ancora una volta, è una punizione a sparigliare le carte in tavola: al 57’, K'varatskhelia è fermato fallosamente e s’incarica, senza esitazione, della punizione conquistata; il 77 compie una magia, perché il pallone scavalca la barriera, gira all’impazzata e s’incastona all’incrocio dove Terracciano non può arrivare. 2-2 pieno di meraviglia.

Il ritmo è impressionante e gli azzurri rimangono lanciati in avanti: al 63’, parte da destra un cross rasoterra di Mazzocchi che, coadiuvato da un velo geniale di K'varatskhelia, arriva a Politano – l’esterno schianta il mancino sul palo d’un immobile Terracciano che non la vede nemmeno partire. Italiano sceglie allora di operare dei cambi di freschezza, perché tatticamente non muta niente: fuori Nzola per Belotti e Kouamé per Ikoné. È ancora però il Napoli a ributtarsi nell’area dei toscani, con un K'varatskhelia da tempi d’oro che sfida Arthur e lo supera, poi cerca Olivera in arrivo ma Dodô compie un miracolo in anticipo. Al 69’, il gioco si ferma brevemente per un duro scontro testa contro testa tra Cajuste (che si prende anche l’ammonizione) e il terzino in viola – brutta gestione della punizione da parte della Fiorentina, ma gli azzurri sulla ripartenza non riescono ad essere efficaci e Simeone spara un tiro eccessivo e mal calibrato. Belotti tocca il primo pallone, al 72’, e si conquista una punizione interessante a due passi dall’area di rigore: stavolta, la calcia Nico, che fa vincere la precisione sulla potenza e trova i guantoni di Meret. Al 75’, invece, Terracciano entra in evidente confusione e pasticcia su un disimpegno facile facile, regalando una pallone velenoso a Politano, che cerca il dribbling e vede lo specchio, ma l’estremo difensore di casa si fa perdonare.

Napoli

L’ora dei cambi arriva anche per Calzona, che richiama Raspadori e Ngonge per Simeone e Politano. Proprio Raspadori, appena entrato, s’incarica, al 77’, d’un calcio d’angolo teso e forte a cercare lo stacco di Rrahmani, che arriva insidiosissimo ma alto sopra la traversa. Italiano risponde con altre due pedine: Parisi subentra a Biraghi, mentre Mandragora prende il posto di Beltrán. È ancora un episodio a fermare il cuore dei tifosi: all’ottantesimo, un (presunto) pestone di Lobotka su Belotti induce Marchetti ad indicare il dischetto – il Franchi esulta ma il gioco è fermo per l’intervento del Var, che poi richiama il direttore di gara ad una rapidissima on-field review che spegne la gioia del popolo fiorentino e revoca il rigore. A meno di cinque minuti dalla fine, da una parte e dall’altra si decide d’inserire forze fresche per non perdere il ritmo: Lindstrøm prende il posto di K'varatskhelia, da un lato, e Maxime Lopez sostituisce Arthur, dall’altro. Manca un minuto al novantesimo, prima dell’annuncio dei cinque poi concessi da Marchetti, e Raspadori tenta la conclusione da distanza notevole su punizione, centrando il volo di Terracciano, che poi fa vedere i pugni anche qualche minuto più tardi su Ngonge. La confusione è tanta, nei concitati minuti di recupero finali. Quando mancano circa 50 secondi al 95’, Olivera guadagna una preziosa punizione che può consentire agli azzurri l’ultima palla del match. Batte Lindstrøm ma centra la barriera; la Fiorentina non riesce a ripartire e il Napoli nemmeno – il pallone ritorna fra le braccia di Terracciano, mentre Marchetti fischia tre volte: finisce in parità, tra gli applausi emozionanti della Fiesole. Il sorriso è più evidente in casa Viola che sui volti degli azzurri: la classifica non cambia, ma l’entusiasmo continua.

Il tabellino del match

FIORENTINA (4-2-3-1) – Terracciano; Dodô, Milenković, Martínez Quarta, Biraghi (78’ Parisi); Arthur (87’ Maxime Lopez), Bonaventura; Nico González, Beltrán (78’ Mandragora), Kouamé (67’ Ikoné); Nzola (67’ Belotti). Allenatore: Vincenzo Italiano

NAPOLI (4-3-3) – Meret; Olivera, Rrahmani, Østigård, Mazzocchi; Cajuste, Lobotka, Anguissa; K'varatskhelia (86’ Lindstrøm), Simeone (76’ Raspadori), Politano (76’ Ngonge). Allenatore: Francesco Calzona

Marcatori: 8’ Rrahmani (N), 40’ Biraghi (F), 42’ Nzola (F), 57’ K'varatskhelia (N)

Ammoniti: 41’ K'varatskhelia (N), 70’ Caujste (N), 84’ Mandragora (F)

Espulsi: n/a

Arbitro: Matteo Marchetti (Ostia)

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