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Cade il soviet della Rai. Tg1 e Tg2 vanno in onda e lo sciopero affonda: "Ha vinto la libertà"

Per la prima volta la protesta di viale Mazzini fa flop. Esulta Unirai: "Giornata storica". Ira a sinistra Schlein: "TeleMeloni nega i diritti"

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Un avvenimento senza precedenti nella storia della Rai. I telegiornali in onda nonostante la proclamazione dello sciopero da parte dell’Usigrai, il sindacato (ex unitario) interno dei giornalisti. Le edizioni del Tg1 e del Tg2 di mezzogiorno e ora di cena sono state confezionate in forma leggermente ridotta ma con servizi e collegamenti da ogni parte del mondo. Un fatto, questo, che avrà molte ripercussioni e che ha mostrato platealmente il nuovo assetto di potere dentro la televisione pubblica. A sinistra lo definiscono «occupazione militare della Rai da parte delle forze post-fasciste», nel centro-destra lo chiamano «giusto riequilibrio dello strapotere delle sinistre degli ultimi decenni».

Sta di fatto che giornalisti, direttori e maestranze che prima del governo Meloni si sentivano nell’ombra, ieri sono riusciti a fare fallire uno sciopero proclamato da quello che finora era il sindacato unitario delle redazioni, l’Usigrai, a trazione a sinistra.

Motivi dello sciopero: la denuncia dell’ingerenza politica sulla Rai unita a rivendicazioni interne, dall'accorpamento delle testate alla mancata sostituzione degli organici alla cancellazione del premio di risultato.

Solo Tg3, tradizionalmente roccaforte rossa, e alcuni notiziari regionali non sono andati in onda. Trasmessi Gr1, Tgr Puglia e Tgr Molise, aggiornati Televideo e sito RaiNews. Il Tg1 ha anche realizzato un’edizione straordinaria nel pomeriggio per raccontare la tragedia degli operai morti nell’incidente avvenuto nel palermitano.

Molti dei giornalisti, ma non tutti, che hanno deciso di lavorare aderiscono al nuovo sindacato vicino al centro-destra da poco creato tra i dipendenti dell’azienda di Stato: al Tg1 erano circa una cinquantina (di cui 12 iscritti all’UniRai) su 140.

Un’altra trentina erano di riposo o in ferie, dunque più della metà non ha scioperato. Stessa cosa a Tg2. Secondo indiscrezioni, alcuni giornalisti sarebbero stati «costretti» o «invitati» con vari metodi a boicottare lo sciopero. Al contrario, altri rumors riferiscono di colleghi a cui si è impedito di lavorare. In ogni caso, si è dimostrato che un tg si può fare anche con poco personale.

«Oggi è caduto un muro - si legge in una nota dell’Unirai - la fine del monopolio, anche se qualcuno ancora fatica ad accettare la nuova realtà fatta di pluralismo anche sindacale. Oggi è una giornata storica per la Rai».

Dice, invece, il segretario Usigrai Daniele Macheda: «Pur di tentare di boicottare lo sciopero - a cui ha aderito la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai i direttori di Tg1 e Tg2 con spirito anti sindacale hanno deciso di mandare in onda le edizioni con servizi e collegamenti insolitamente lunghi per raggiungere la maggior durata possibile. La verità è che così facendo hanno quasi completamente cancellato interi temi e intere notizie. Un inganno ai cittadini».

La segretaria del Pd Elly Schlein solidarizza con gli scioperanti affermando: «Telemeloni nega anche il diritto di sciopero».

Per Gasparri di Forza Italia invece «vince la libertà di scelta per tutti». Per Fdi «in Rai c’è una nuova stagione di pluralismo sia nell’informazione sia nell’attività sindacale»

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