Politica economica

Il Tesoro cede sul mercato il 2,8% di Eni

Incasso vicino a 1,4 miliardi, il controllo dell'azionista pubblico rimane sopra il 30%

Il Tesoro cede sul mercato il 2,8% di Eni

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Si dispone un altro tassello del piano di riorganizzazione delle partecipazioni pubbliche annunciate dal Tesoro, che dovrebbe portare un incasso di 20 miliardi in un triennio. Ieri il Mef ha annunciato l'avvio di una procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di 91.965.735 azioni ordinarie di Eni corrispondenti a circa il 2,8% del capitale sociale della società. A guidare l'operazione un consorzio costituito da Goldman Sachs International, Jefferies e Ubs Europe Se in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l'obiettivo di promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri. Il titolo del Cane a Sei Zampe, che ieri ha perso lo 0,4% a 15,11 euro, nell'after hour è arrivato a perdere l'1,07% a 14,96 euro.

Secondo quanto riportato dall'agenzia Radiocor, che cita fonti di mercato, il collocamento è avvenuto in una forchetta di prezzo atra 14,855 euro e la chiusura odierna in Borsa di 15,11 euro. Lo sconto rispetto alla chiusura di Borsa è quindi inferiore al 2 per cento. L'incasso previsto è di poco meno di 1,4 miliardi. Prima dell'annullamento delle azioni deliberato dalla assemblea dei soci di ieri del gruppo guidato da Claudio Descalzi, il Mef deteneva 157,5 milioni di azioni pari al 4,76% del capitale.

Si tratta di una mossa attesa, a maggior ragione dopo la chiusura anticipata del piano di buyback da 2,2 miliardi dell'Eni (l'assemblea dei soci ha dato l'ok alla distribuzione di un dividendo di 1 euro ad azione e a un nuovo buyback da 3,5 miliardi). L'azionista pubblico prima del collocamento aveva complessivamente il 33,3% (composto per l'appunto dal 4,76% del Mef, che ora scenderà a poco meno del 2%, e dal 28,5% della Cdp): la cessione del 2,8% permette al governo di mantenere un saldo controllo sul gruppo sopra la soglia psicologica del 30 per cento.

Il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti (in foto) ha previsto un periodo di 90 giorni in cui si impegna a non vendere ulteriori tranche di Eni, allo scadere della clausola potrebbe però valutare ulteriori cessioni di quote. Considerando gli incassi per le prime tranche di Mps (1,6 miliardi), il collocamento di ieri porta il totale per il Tesoro a 3 miliardi su un piano di dismissioni da 20 miliardi.

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