Europa

Salvini candida Vannacci. "Il mio rapporto con Giorgia"

Annuncio del leader leghista: "Il generale correrà in tutte le circoscrizioni. Io e Meloni due caratteri non semplici"

Salvini candida Vannacci. "Il mio rapporto con Giorgia"

Ascolta ora: "Salvini candida Vannacci. "Il mio rapporto con Giorgia""

Salvini candida Vannacci. "Il mio rapporto con Giorgia"

00:00 / 00:00
100 %

La lunga attesa è finita: «Sono contento che un uomo di valore come il generale Vannacci abbia deciso di portare avanti le sue battaglie insieme alla Lega». La sala stracolma applaude. Matteo Salvini, intervistato dal direttore di Radio Libertà Giovanni Sallusti, presenta Controvento, già un successo su Amazon ancora prima di uscire in libreria. «In questo libro c'è meno Salvini e più Matteo». Aneddoti ed episodi che stanno già portando il testo oltre la cerchia canonica dei militanti. Ma ci sono anche il generale Vannacci e soprattutto Giorgia Meloni. «I nostri destini - afferma lui - sono incrociati. Il suo successo è il mio successo e il mio successo è il suo. La legislatura durerà tutti e cinque gli anni». Insomma, tutte le ricostruzioni che vedono l'esecutivo traballare sotto i colpi del vicepremier vengono appallottolate nel cestino, almeno per oggi. «Dopo più di un anno e mezzo di governo - si legge nel volume - io e lei collaboriamo in maniera molto positiva. Certo, abbiamo due caratteri non semplici. Il nostro rapporto, oltre che politico, è diventato personale e nel tempo si è consolidato». Al punto che i due leader si ritrovano a giocare a burraco. «Ma lei e la mia compagna Francesca - ironizza il numero uno della Lega - sono molto competitive e allora io mi tiro fuori».

Applausi su applausi: il pubblico si diverte, le telecamere inquadrano fra i presenti Vittorio Feltri, Massimo Fini e il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara. Il governo dunque è stabile e certo la fronda salviniana, evocata dai giornali un giorno sì e l'altro pure, non farà cadere l'esecutivo.

Ci sono le opere pubbliche che avanzano e l'autonomia, che «è a buon punto». Il bilancio di quest'ultima stagione è positivo, almeno sul versante dell'agenda di governo: «Abbiamo ottenuto di più adesso che siamo al 10 per cento di quando eravamo con i 5 Stelle al 30 per cento».

Ora c'è la volata verso le Europee ed è in arrivo l'alto ufficiale. «Non condivido - si legge in Controvento - tutte le riflessioni di Vannacci ma difendo strenuamente il diritto di esprimere delle idee. Anzi, la comune battaglia a difesa dell'Italia, della sicurezza, e della libertà ci ha portato a condividere, per i prossimi anni, l'impegno a cambiare questa Europa» che rischia di diventare «una colonia sino-islamica».

Insomma, la candidatura era già scritta, ma ora diventa realtà è sarà interessante il seguito: all'exploit nelle librerie corrisponderà un botto nelle preferenze?

La Lega sembra in discesa ma Salvini confida di poter invertire il trend. Anche Controvento, in bilico fra biografia e politica, fra il Salvini pubblico e il Matteo privato, diventa una carta da giocare nella corsa verso Bruxelles.

«Io ci metto la passione e vado avanti a testa altra. Anche se rischio a Palermo, nel processo Open Arms, fino a 15 anni di carcere. Confesso che alle prime udienze, quando sentivo chiamare l'imputato, mi giravo alla ricerca dello sventurato e mi dimenticavo che ero io quello sotto accusa. Adesso aspetto la sentenza che potrebbe arrivare in autunno. Però vediamo, i gradi di giudizio sono tre. Prima che tutta questa storia finisca potrei inaugurare il Ponte».

Si vira verso il personale. I trenta e passa anni di militanza nella Lega. I ringraziamenti a Bobo Maroni e Umberto Bossi, «senza i quali oggi sarei probabilmente un giornalista e voi non sareste qui».

Il leader della Lega spende parole di affetto per Maria Giovanna Maglie, che, come Maroni, non c'è più, ma con cui avrebbe dovuto scrivere Controvento. E poi ricorda la prima volta ad Arcore: «Avevo orecchino, barba e felpa». Insomma, al Cavaliere doveva sembrare un alieno. Poi è diventato «un amico», fino all'ultima telefonata: «Lui era dispiaciuto per la sconfitta dell'Inter nella finale di Champions, io tacevo. Non c'è stato il tempo per rivederci. Peccato.

Silvio oggi darebbe un contributo prezioso verso la pace».

Commenti