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Il Milan non Gila più

Al Diavolo non bastano tre gol per tornare alla vittoria contro Gilardino. La curva contesta la società e poi lascia S. Siro

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Milan fermato dal silenzio inquietante dello stadio, dalla contestazione della sua curva e in particolare dal Genoa battagliero di Gilardino, capace di mettere a nudo tutti i limiti più noti dei rossoneri (partenze distratte) di queste ore e di approfittarne passando dal doppio vantaggio all'inseguimento finale del 3 a 3 per la gioia dei suoi fan. Abbandonato dal tifo (la sud vuota a 20 minuti dalla fine), in contestazione per le scelte del club riferite al prossimo allenatore, ai rossoneri resta un misero pareggio, ricco di gol, di qualche errore clamoroso (Giroud solo davanti alla porta) e perciò senza la matematica partecipazione alla prossima Supercoppa d'Italia tutta da conquistare nei prossimi snodi del calendario. Se Leao resta ancora in ombra, sono i soliti noti a risolvere più di un problema, a cominciare da Florenzi per chiudere la lista con Pulisic, Chukwueze. Persino Gabbia si guadagna qualche lode per quel gol del 2 a 2, da calcio d'angolo, specialità della casa ormai (dodicesimo episodio del torneo).

In quel silenzio rumoroso dello stadio, come ricorda uno striscione appeso in curva, il Milan si ritrova da solo e persino smarrito. È la conseguenza del clima surreale di San Siro - curva senza bandiere né cori, il resto dello stadio ammutolito più dalle indiscrezioni sul prossimo allenatore (Milano non si accontenta) - che manda in tilt il sistema difensivo rossonero. Tomori ne è la conferma immediata: dopo 4 minuti interviene in modo energico su Vigliacco in area invece di accompagnarlo a fondo campo e procura il rigore trasformato da Retegui a digiuno da 60 giorni. Per 15-20 minuti il Milan risulta confuso, con disattenzioni vistose (Theo Hernandez), il Genoa ne approfitta per allestire un palleggio difensivo che non gli evita di correre rischi. I più attivi per conto di Pioli sono Pulisic e Chukwueze che provano a suonare la sveglia: capitan America prima scheggia il palo poi chiama Martinez alla parata-prodezza sotto la traversa, il nigeriano invece cesella a fine frazione il cross che Florenzi trasforma di testa in gol per il meritato pari.

Anche nella ripresa c'è la solita partenza distratta scandita dal colpo di testa di Ekuban che rimette in salita il pomeriggio rossonero. Gabbia di testa da calcio d'angolo e Giroud sul cioccolatino di Pulisic (8° assist) riportano inutilmente avanti il Milan raggiunto su grave sfondone difensivo a pochi rintocchi dalla sirena grazie a un rimpallo sul piede di Thiaw in mischia.

Eppure in quel momento, paradosso del calcio, Pioli difende addirittura a 5, con l'ingresso di Thiaw e Kalulu dopo la sostituzione di Leao con Okafor che farà molto discutere e che spinge forse anche i curvaioli della sud ad abbandonare lo stadio, ultimo atto di un pomeriggio deciso probabilmente proprio dalla rivolta del tifo domestico.

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