Ciclismo

Tadej si riposa e il Giro si "tinge" di Francia

Festa transalpina (2° Bardet). Pogacar resta rosa. Rischio slavine sullo Stelvio: cambia percorso

Tadej si riposa e il Giro si "tinge" di Francia

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Dopo essersi bevuto un buon caffè napoletano e essersi ripromesso di tornare in zona per mangiarsi una vera pizza, Tadej Pogacar ha proseguito ieri il suo giorno di riposo lasciando fare agli altri. Un po' come a dire: fate voi e vediamo quello che viene fuori.

Viene fuori una tappa combattuta dalle seconde linee, la classica corsa nella corsa. La fuga delle seconde linee che va, la maglia rosa resta passiva, i diretti avversari che restano con la maglia rosa e fine delle trasmissioni.

In verità un momento di grande suggestione è prima della partenza, per uno shooting organizzato dagli organizzatori e riguardante i possessori delle maglie del Giro e i capitani di ogni squadra. Il vero scatto è quindi una foto di gruppo, fatta tra le rovine dell'incantevole Pompei, poco prima del via. Il resto è cronaca.

Se Taddeo si prende un altro giorno di pausa, Valentin Paret-Peintre fa gli straordinari.

Il 23enne transalpino della Decathlon va a segno per la prima volta in carriera, nelle zone dove la famiglia degli «imbianchini» evidentemente ha un feeling particolare, visto che un anno fa a vincere fu il fratello maggiore Aurelien, che stavolta arriva 5°: sarà felice la mamma.

Il più piccolo degli «imbianchini» risolve la pratica balzando nel finale sul groppone dello sloveno (un altro!) Tratnik e dopo aver staccato il connazionale Bardet e prima ancora altri 23 coraggiosi.

«Ci abbiamo provato, ma non ci illudiamo di staccare Pogacar: magari stacchiamo qualcun altro», spiega Damiano Caruso, infaticabile luogotenente al servizio del bimbo Antonio Tiberi che anche ieri ha provato a fare qualcosa nel finale, anche se la maglia rosa ha soffocato in culla le sue ambizioni.

«Io sono fatto così - dice nel dopocorsa il ragazzo ciociaro -. È la mia indole, quella di provarci sempre. È chiaro che non mi faccio illusioni, perché Tadej è fortissimo, ma se non ci si prova mai, non sappiamo nemmeno come sta».

Taddeo in ogni caso sta benone, visto che ha superato senza danni anche qualche problemino allergico. Per lo sloveno in rosa è tutto sotto controllo.

«Giornata perfetta per noi: la fuga è andata e le altre squadre hanno lavorato. Il Giro si vince anche correndo così», la sintesi di Pogacar, accusato di essere uno spocchioso ingordo, adesso lo accuseranno anche di essere uno spietato calcolatore.

La verità è che il numero uno del ciclismo mondiale di calcoli non li fa, anche perché i programmi possono cambiare. È il caso della cima Coppi, il Passo Stelvio. Davanti al rischio di slavine, gli organizzatori decidono di non rischiare.

«La sicurezza dei corridori e della corsa è al primo posto», fa sapere il direttore del Giro Mauro Vegni.

Quindi? La tappa del 21 maggio, dopo il riposo, andrà da Livigno a Santa Cristina passando dalla Svizzera.

La corsa sposterà la cima Coppi sul

Giogo di Santa Maria, a quota 2500 metri. Cambia il percorso, cambierà poco il Giro. «Ci sarà sempre da faticare», dice Tadej sornione con il suo immancabile sorriso. C'è da scommettere che ci sarà chi faticherà più di lui.

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