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"Franco Di Mare non è tutelato da noi": la risposta dell'Inail sulla vicenda

Sull'indennizzo per la malattia terminale che ha colpito Franco Di Mare è intervenuta l'Inail spiegando di non poter accertare il nesso causa-effetto "tra la professione svolta dal giornalista e la patologia": ecco la nota e la risposta della Rai

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Si è alzato un polverone sulla vicenda che riguarda il giornalista Rai Franco Di Mare che, pochi giorni fa, ha fatto sapere in diretta tv di combattere contro una terribile malattia, un mesotelioma per il quale non esiste una cura ma che dovrebbe essere staot provocato dalle particelle di amianto che ha incontrato durante la sua carriera da inviato di guerra. Per questa ragione è intervenuto l'Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (Inail) spiegando qual è il suo ruolo dal momento che il giornalista ha chiesto all'azienda di Viale Mazzini uno stato di servizio, ossia un risarcimento professionale (indennizzo o rendita) per la malattia che non è mai arrivato.

La nota dell'Inail

"Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall'esposizione all'amianto, occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell'Inail", riporta una nota dell'Istituto, che spiega di aver scoperto il caso soltanto nello scorso mese di ottobre quando dalla tutela dell'Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani) all'Inail.

Cosa prevede la legge

La Legge di Bilancio 2022 fino a tutto il 2023 prevedeva che l'assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti "titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l'Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali". Questa situazione, però, è cambiata dal 1° gennaio di quest'anno: i giornalisti dipendenti "sono tutelati dall'assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data".

Sul caso che riguarda Franco Di Mare, però, questa pratica non è dunque "bloccata" dall'ente come riferito da più parti. "L'Istituto all'inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di 'persona non tutelata' ai sensi della normativa Inpgi. Per questo motivo l'Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione", conclude.

La polemica con la Rai

Insomma, nemmeno l'Inail può far nulla per il tumore di Franco Di Mare: il giornalista ha raccontato come si erano svolti i fatti nel momento in cui ha scoperto della malattia. Numerose mail ai vertici Rai chiedendo lo stato di servizio "per supportare la diagnosi" ma nessuno si è fatto vivo. "Sono spariti tutti", ha raccontato Di Mare, impossibilitato dunque a capire il da farsi per la sua vicenda con le associazioni di categoria. Uno spiraglio, però, sembra essersi aperto nelle ultime ore: l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, sul proprio profilo Facebook ha fatto sapere che "Franco Di Mare riceverà a brevissimo quanto richiesto negli anni passati. Confermo che non ero informato fino ai resoconti stampa di lunedì mattina dello stato di salute del collega e delle Sue reiterate richieste.

Gli sono vicino umanamente".

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