La stanza di Feltri

Dov'è questo fascismo di cui parla la sinistra?

Se fino a ieri l'incessante allarme fascismo lanciato dalla sinistra appariva sciocco, noioso, ripetitivo, adesso risulta addirittura insultante nei confronti della nostra intelligenza

Dov'è questo fascismo di cui parla la sinistra?

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Dov'è questo fascismo di cui parla la sinistra?

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Egregio Direttore Feltri,
il mondo è sull'orlo di una guerra mondiale, si combatte in Europa, si combatte in Medio Oriente, si muore in entrambi i fronti, si parla di armi nucleari, di missili capaci di viaggiare da una parte all'altra del globo, tuttavia in Italia il dibattito pubblico è monopolizzato dalle solite polemiche relative al fascismo.
Noi lettori non ne possiamo più. Non sarebbe il caso di smetterla?
Guido Romani

Caro Guido,
come darti torto? Se fino a ieri l'incessante allarme fascismo lanciato dalla sinistra, in particolare in procinto di qualsiasi appuntamento elettorale, appariva sciocco, noioso, ripetitivo, adesso, davanti a questo scenario internazionale, risulta addirittura insultante nei confronti della nostra intelligenza. E, quando dico «nostra», intendo e mi riferisco a quella di noi cittadini, noi peraltro che alle urne ci siamo andati scegliendo in maniera chiara, netta e incontrovertibile una certa parte politica alla quale abbiamo affidato la gestione del Paese. Questa si chiama «democrazia».

Quindi mi sforzo di comprendere dove sia questo fascismo di cui i progressisti accusano il governo e la maggioranza tutta. Insomma, Giorgia Meloni non è una sorta di usurpatrice, non c'è stata portata e imposta dal comico Beppe Grillo come Giuseppe Conte, bensì la leader più amata dagli italiani. I sondaggi lo confermano ogni dì, la fiducia nei suoi riguardi cresce, come lievita il numero di coloro che, soddisfatti dell'azione dell'esecutivo, decidono di votare a favore del primo partito della coalizione di centrodestra. Dobbiamo forse credere che sondaggi e addirittura elezioni siano truccati?

Era da anni che il popolo sovrano italiano non avvertiva la sensazione di avere finalmente a capo del governo un presidente del Consiglio che, sebbene non eletto direttamente dai cittadini, cosa che la nostra Costituzione non prevede, bensì nominato dal presidente della Repubblica, secondo procedura, è passato per le urne, ossia si è sottoposto al voto e quindi gode di quella legittimazione popolare di cui, ad esempio, non godevano affatto gli ultimi premier calati dall'alto (tipo Conte) e attraverso manovre di palazzo da quella sinistra che pure taccia di fascismo gli antagonisti.

Ora c'è questa polemica sulla Rai che sarebbe dominata da Meloni, la quale si diletterebbe ad usare la censura ora contro questo e ora contro quello. Idiozie. E mi stupisco che i giornali si concentrino su queste questioncine che, come tu testimoni, non interessano ai lettori in quanto si tratta di fatterelli e polemicucce che non incidono minimamente sulle loro esistenze.

Trovo oltremodo grottesco che qualcuno che siede all'opposizione abbia addirittura l'ardire di desumere lo spirito fascista di Giorgia Meloni dal fatto che ella non abbia pronunciato la parola «antifascismo» a pochi giorni dall'anniversario della Liberazione. Questi ragionamenti ed argomentazioni costituiscono un'offesa alla logica e colpisce che i rappresentanti del popolo si perdano in queste disquisizioni di lana caprina che più si adattano ad un asilo che non ad un'aula istituzionale.

Nell'attesa che qualcuno mi indichi una sola azione fascista compiuta da Meloni o frase da lei pronunciata che suonasse come una specie di esaltazione del fascismo stesso, prendo atto della realtà: Giorgia Meloni si è rivelata essere non ora ma ben prima del suo insediamento al vertice del governo un personaggio politico profondamente rispettoso dei valori e dei principi posti a fondamento del nostro ordinamento. Ricordo la sua fermezza nel restare da sola all'opposizione al momento della formazione dell'esecutivo Draghi al fine di garantire all'Italia l'esistenza di una opposizione, che è parte essenziale di qualsiasi regime democratico. Anche a livello internazionale Meloni si è dimostrata essere una statista schierata in prima linea a difesa delle libertà.

Ecco perché trovo assolutamente infondati certi attacchi scomposti. Ritengo che sia il consueto trucchetto adoperato da una sinistra poco brillante e oltretutto tragicamente priva di fantasia: quando mancano motivi per criticare gli antagonisti, ecco che si ricorre al fascismo nel tentativo di screditarli e di creare un clima di paura tale da indurre i cittadini intimiditi a votare a favore dei sedicenti antifascisti. Non ci casca più nessuno.

Sono sempre più d'accordo con Ennio Flaiano, i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.

Aggiungo che questi ultimi, a mio avviso, sono i più fascisti di tutti.

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