Il tawhid dei terroristi Isis e il finto complotto dietro l'attentato Mosca

Un indice teso verso l'alto: il tawhid è un gesto fondamentale nella fede islamica, divenuto il marchio di fabbrica dell'Isis. Ma cosa ha a che fare con l'attentato a Mosca?

Il tawhid dei terroristi Isis e il finto complotto dietro l'attentato Mosca

Nel mondo islamico si chiama tawhid, ma nel resto del mondo appare “semplicemente” come l’indice della mano puntato verso l’alto, quasi a indicare il cielo. Nella fede islamica questo gesto è sinonimo di unicità di Allah creatore di tutte le cose, dell’unità dei suoi nomi e attributi, l’unico a poter essere pregato: rimanda al numero uno, dunque, una sintesi, insomma di tutto ciò che ha a che fare con la professione di fede, la Shahada. Nel dettaglio, il gesto si compie con il pollice che preme contro la falange del dito medio, mentre le altre dita vengono spinte verso il palmo della mano, per mettere in evidenza l’indice ben teso verso l’alto. Un gesto molto comune nel mondo islamico, un tempo legato ai sermoni.

Come l'Occidente ha conosciuto il tawhid

In Occidente abbiamo imparato a riconoscerlo, nostro malgrado, attraverso la gestualità dell’Isis, per almeno due ragioni. La prima è che il sedicente Stato Islamico possiede delle abilità di propaganda mediatica di stampo marcatamente à la page, occidentale diremmo (se non corressimo il rischio di essere fraintesi nelle intenzioni), che nel tempo ha saputo confezionare a puntino messaggi di minaccia e orrore come quelli delle decapitazioni, ineccepibili in fatto di regia, montaggio, colori, parole, redatti spesso in inglese perfetto senza alcun voiceover. “Prodotti” sui quali la multinazionale del terrore ha puntato per trasmettere il suo messaggio di morte ai nemici e per fare campagna acquisti, anche in Occidente.

La seconda ha a che fare con l'effetto che quelle immagini hanno prodotto sul mondo occidentale: quel gesto, ripetuto ossessivamente, è diventato prerogativa e marchio dell'Isis, esattamente come "Allahu akbar", un'espressione legata all'esercizio della fede, ma che ormai l'immaginario collettivo collega al preludio di attacchi sanguinosi, soprattutto in Europa.

Il gesto del tawhid a Mosul

Il rebranding del tawhid nella propaganda dell'Isis

Il segno del tawhid ha avuto un ruolo fondamentale nel marketing dello Stato Islamico, vivendo una sorta di rebranding. Il gesto del dito indice puntato in alto ha rimodulato il suo significato, divenendo espressione dei jihadisti: non a caso, ha iniziato ad essere un segno di riconoscimento nell’iconografia di questi ultimi, come il saluto a braccio teso fu per i nazisti.

I gesti simbolici del mondo islamico sono fondamentali quando vengono traslati in altri contesti, poiché servono a inviare messaggi ben precisi fuori dai propri territori verso le grandi potenze, ma anche verso i potentati regionali. Un gesto adottato non più solo dai luoghi d’origine dell’Isis, ma anche dai foreign fighter conquistati nel mondo occidentale, siano essi di fede islamica con ascendenze mediorientali o africane, oppure occidentali convertiti. Un gesto condiviso anche dalle donne dello Stato islamico, sovente ritratte a puntare l’indice verso l’alto. Questa rivitatlizzazione dei marchi non riguarda solo il tawhid, ma possiede la stessa valenza, ad esempio, delle Rabaa (il segno delle quattro dita che i sostenitori di Morsi agitavano nel 2014, per poi essere riacciuffato dalla Fratellanza musulmana), ma anche, mutatis mutandis della "V" dei curdi.

Il gesto del tawhid

Dunque, il tawhid è divenuto un messaggio che permette di distinguersi come élite nel mondo islamista: essendo prevalentemente salafiti, i membri dell'Isis rifiutano i regimi non fondamentalisti ritenuti idolatri, come sosteneva Nathaniel Zelinsky almeno una decina di anni fa su Foreign Affairs. A questo si aggiunge l’intelligibilità del gesto e del marchio che si porta dietro: chi non legge e non parla arabo, in Occidente soprattutto, avrà difficoltà a distinguere le parole della bandiera dell’Isis da qualsiasi altra bandiera con scritte in arabo. L’indice puntato è invece universale, il marchio di fabbrica-adesso-dei jihadisti.

Il tawhid con la mano sinistra dei terroristi di Mosca

Ma veniamo all’attacco a Mosca alla Crocus City Hall. Il “selfie” degli attentatori ha fatto in poco tempo il giro del mondo. Anche qui gli indici sono puntati verso l’alto. Il gesto è ripetuto nelle sequenze agghiaccianti dei due video che la stessa organizzazione ha condiviso via Amaq, la loro “agenzia di stampa”. Ma c’è un dettaglio che ha scatenato i complottisti o comunque tutti coloro i quali non credo alla pista Isis. Gli attentatori sono sempre ritratti a effettuare il gesto del tawhid con la mano sinistra, ovvero quella impura. Come è possibile che dei combattenti votati alla morte santa possano professare l’unicità di Allah con la mano sinistra? Le ragioni possono essere due: o quelli non sono jihadisti, o jihadisti non sono ciò che crediamo.

C'è innanzitutto una precisazione da fare: basta scorrere le immagini di numerosi cani sciolti dello Stato Islamico per comprendere che la mano sinistra sia stata sdoganata da tempo, come si può ben vedere in alcuni casi noti come quello del jihadista australiano Khaled Sharrouf, oppure alcuni giovani elementi della Jihad in quel di Raqqa, o in questa foto del jihadista Yousef Ramadan. Ma anche alcuni video più datati, spesso, mostrano i miliziani dello Stato Islamico inneggiare alla battaglia utilizzando la mano sinistra.

Immagini che forniscono dettagli molto importante su chi siano i jihadisti di oggi. Si tratta davvero di fondamentalisti tout court o una massa informe composta da lazzaroni bisognosi di denaro e criminali di alto bordo pronti a tutto? A parlare sono i fatti e anni di attentati: i jihadisti dell’Isis non muoiono con le vittime, non sono kamikaze. Hanno paura della morte e si pompano con il Coptagon per trovare coraggio e riuscire a sopportare gesta feroci e disumane.

Come se questo non bastasse, lo schema del reclutamento sul web-in “non luoghi” animati legati a certi generi musicali o un preciso tipo di gaming-si ripete spesso, così come il "pagamento frazionato", che è quanto di più terreno esista in un’operazione che invece dovrebbe essere da crociati. Niente paradiso con 72 vergini, ma moneta sonante per belve umane, troppo umane per le quali un bonifico val bene anche la mano sinistra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica