"Lo ribadisco: la Tav è da sabotare". E i giudici assolvono Erri De Luca

Lo scrittore era accusato di istigazione a delinquere per una serie di interviste che rilasciò nel 2013. In aula ha ribadito: "Tav da sabotare"

Erri De Luca in tribunale a Torino per il processo sul sabotaggio della Tav
Erri De Luca in tribunale a Torino per il processo sul sabotaggio della Tav

È arrivata questa mattina la sentenza sul caso De Luca. A Torino, in un'aula dove sono presenti numerosi attivisti del movimento No Tav, la magistratura ha deciso di assolvere lo scrittore, accusato di istigazione a delinquere, per una serie di interviste che rilasciò nel 2013, in cui giustificava gli attacchi contro il cantiere dell'Alta velocità tra Torino e Lione.

Lo scrittore aveva detto all'Huffington Post di ritenere che i lavori andassero sabotati e i pm che sostengono l'accusa volevano per lui una condanna a otto mesi, a cui De Luca si è opposto con forza, parlando di "una deriva di consistenza civile, il tentativo di mettere a tacere le parole contrarie" e ribadendo in aula le sue posizioni sui sabotaggi.

"Lo considero nobile e democratico - ha continuato in Aula, parlando ancora dei sabotaggi - Nobile perché pronunciato da figure Come Gandhi e Mandela, democratico perché appartiene fin dall'origine al Movimento operaio".

"La società civile, a cominciare dai miei lettori, mi ha sostenuto fin dall’inizio con centinaia di letture pubbliche", aveva commentato prima della sentenza lo scrittore, sottolineando anche la mancanza di altri che "si sono presi la responsabilità della loro assenza". Una staffilata a quegli scrittori e intellettuali che non si sono schierati dalla sua parte.

Il giudice Immacolata Iadeluca, del tribunale di Torino, ha ritenuto di dover

assolvere De Luca, perché "il fatto non sussiste". "È stata impedita un'ingiustizia - ha commentato lo scrittore appena dopo la sentenza -, quest'aula è un avamposto del presente prossimo".

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