Cronache

Il vergognoso "piagnisteo": "Cesare ha perso tre chili..."

I familiari temono per la salute dell'ex terrorista rosso al quarto giorno di sciopero della fame. Salvini: "Merita la galera a vita"

Il vergognoso "piagnisteo": "Cesare ha perso tre chili..."

Prima la paura del contagio, poi lo sciopero della fame. Ora, a farlo uscire di galera, ci provano anche i familiari. Cesare Battisti è quattro giorni che non mangia e rifiuta le terapie mediche come protesta contro il carcere duro a cui è sottoposto nel penitenziario sardo di Massama a Oristano, dove si trova da un anno e mezzo per scontare l'ergastolo. Dopo quattro omicidi e 40 anni di latitanza passati tra Francia e Brasile. Ma i familiari sono preoccupati per le sue condizioni di salute.

L'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, riferiscono i familiari all'Adnkronos, "ha perso più di tre chili, continua la sospensione da tutte le cure mediche ed è determinato ad andare avanti fino a quando non avrà risposte. Siamo consapevoli degli errori commessi in passato ma per noi è parte della nostra famiglia e non lo abbandoniamo, non lo abbiamo fatto prima e non accadrà ora". Nonostante riconoscano le sue colpe, i familiari ribadiscono l'illegalità della pena inflitta e già più volte lamentata anche dall'ex terrorista rosso. Si riferiscono alla liberazione anticipata concessa dal magistrato di Sorveglianza di Cagliari Maria Cristina Lampis: uno sconto di pena a cui Battisti avrebbe diritto per la buona condotta dimostrata, ma di fatto mai approvato. Insomma, reclamano il rispetto dei diritti dei detenuti e delle regole procedurali. Non solo. Si definiscono allibiti dal trattamento che gli è stato riservato fin dal suo arrivo in Italia e scrivono anche una lettera per mobilitare le associazioni che si occupano di diritti dei carcerati. A nulla, infatti, sarebbero valse "le richieste avanzate dai suoi legali sugli abusi che vengono costantemente commessi sulla sua persona". Pretese legittime, dicono, ma che finora sarebbero cadute nel vuoto. Illegittimo, invece, sarebbe il trattamento riservato dallo Stato al killer dei Pac: "Viene trattato da nemico pubblico numero uno. Di fatto lui vive da un anno e mezzo in un isolamento illegale, relegato in un'area del carcere dove c'è solo lui".

Proprio del trattamento dello Stato nei suoi confronti si è lamentato anche Battisti dal carcere durante un colloquio con il suo avvocato Gianfranco Sollai che poi l'ha riferito all'Agi. "Sono sequestrato. Il sequestro è iniziato in Bolivia e continua oggi nell'isola di Sardegna. Sono ostaggio dell'esecutivo e del governo e per tanto mi sento, oltre che un prigioniero politico, prigioniero di una sporca guerra tra lo Stato e la lotta armata". Uno Stato ostile, vendicativo che gli avrebbe dichiarato guerra e che addirittura sarebbe "il vero responsabile delle tensioni sfociate nel fenomeno della lotta armata".

Durissime e trasversali le reazioni della politica. "Cesare Battisti merita la galera a vita, per rispetto del dolore da lui causato a tante famiglie italiane", ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. A insistere sulle colpe dell'ex terrorista è anche il senatore di Forza Italia Francesco Giro:"Battisti straparla. Per noi è un delinquente che ha ucciso tante volte e per questo dovrà scontare per intero la sua condanna. Lo ha abbandonato anche il suo amico Lula, ex presidente del Brasile. E ora pretenderebbe dall'Italia, che lui ha preso in giro per anni, comprensione o persino clemenza". Così, in una nota, Francesco Giro, senatore di Forza Italia. Mentre per Maurizio Gasparri più che una vendetta dello Stato nei sui confronti, sono stati generosità, ritardi e debolezze che gli hanno consentito di evitarsi tanti anni di carcere che avrebbe meritato di fare. "Resti dove sta e stia pure zitto", conclude. Anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, offeso dalle accuse rivolte da Battisti sostiene che nei suoi confronti non ci stata nessuna vendetta o forma di persecuzione illegittima. Il ministro grillino ha anzi ribadito che "la sua vicenda si trascina da quarant'anni unicamente perché si è sottratto alla giustizia, vivendo da latitante".

Anche Giorgia Meloni ha commentato la vicenda: "Disgustata dalle parole di Cesare Battisti. È ripugnante la spudoratezza con la quale un terrorista pluriomicida come lui, che per decenni ha vissuto nella totale impunità ed è sfuggito alla condanna inflitta dall'Italia, si definisca perseguitato e vittima di una vendetta di Stato. È l'ennesimo e intollerabile affronto di Battisti alla giustizia italiana, alle Istituzioni, alle vittime e chi ha combattuto il terrorismo.

Lo Stato non ceda in alcun modo alle incredibili pretese di questo criminale".

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