Don Gallo, il prete che dà il cattivo esempio

In occasione del campionato di pesto al mortaio svoltosi nei vicoli di Genova ecco la brillante proposta: "Perché non aggiungiamo un po’ di marijuana al pesto genovese?"

Don Gallo, il prete che dà il cattivo esempio

Certo non è una novità che don Andrea Gallo si produca in provocazioni che vanno dal blasfemo all’illegale. Ma questa volta è riuscito nella non facile impresa di dissacrare al tempo stesso un mito tutto ligure e incitare alla violazione della legge. Perché se è vero che il pesto genovese è per il liguri qualcosa più di un semplice condimento è inequivocabile che le droghe, leggere o pesanti che siano, in Italia siano illegali.

Quindi a cosa ha pensato don Gallo? In occasione del campionato di pesto al mortaio svoltosi nei vicoli di Genova, in quella via del Campo tanto cara a De Andrè, ecco la brillante proposta. «Perché non aggiungiamo un po’ di marijuana al pesto genovese?». Semplice. Perché il pesto è buono così com’è e perché la marijuana è illegale. Punto. E poi, non è un'altra la Maria di cui dovrebbe occuparsi un prete?

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