Cronache

La galassia delle occupazioni rosse nel mirino del Viminale

Dalle conferenze con gli ex brigatisti ai party senza scontrini: nella Capitale sono decine i fortini inaccessibili degli antagonisti che ora rischiano lo sgombero

La galassia delle occupazioni rosse nel mirino del Viminale

Le “ruspe democratiche” che hanno sfondato le barricate del centro sociale bolognese Xm24 sono l’incubo delle sedicenti organizzazioni no profit che in realtà fanno affari e politica negli immobili occupati. Un malandazzo che riguarda le principali città italiane e coinvolge migliaia di immobili. Solo nella Capitale sono 82 le occupazioni abusive finite nel mirino della prefettura che, su impulso del ministero dell’Interno, ha stilato una lista delle realtà sotto sfratto, indicando anche gli interventi prioritari: 23 immobili in tutto. È il famoso listino che tante grane ha creato al ministro Matteo Salvini, accusato d’aver dimenticato – per presunte ragioni di connivenza – la palazzina di via Napoleone III, quartier generale di CasaPound Italia e di aver incluso le realtà dove i militanti di sinistra si sono conquistati spazi politici e culturali.

La ratio del provvedimento, però, è chiara: prima gli edifici fatiscenti e insalubri dove le criticità sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica sono “accertate”. E dove il protrarsi delle situazioni di abusivismo rischia di trasformarsi in un vero e proprio salasso per il Viminale, chiamato a risarcire i legittimi proprietari. Ed è in questa categoria, secondo la prefettura, che rientrano anche i principali centri sociali della Capitale. Decine di realtà in mano alla sinistra antagonista dove solidarietà e rigenerazione urbana spesso vanno a braccetto con estremismo ed illegalità. Proprio dal palcoscenico del “Nuovo Cinema Palazzo” di piazza dei Sanniti, uno degli immobili finiti nel mirino delle autorità, l’ex brigatista Barbara Balzerani e lo storico attivista rosso Nunzio D’Erme, lo scorso giugno si cimentarono in una celebrazione del passato turbolento di lei che fece discutere non poco. Da Palazzo Valentini vogliono liberare lo stabile che, come si legge nell’ultima relazione stilata dal prefetto, presenta “criticità legate allo spaccio di sostanze stupefacenti”. Un’accusa respinta dagli attivisti, sostenuti anche dalle star del cinema come Marcello Fonte, che sui social si difendono rivendicando il proprio lavoro “contro ogni forma di dipendenza”.

Stando all’informativa della questura di Roma lo smercio di droga andrebbe avanti indisturbato anche qualche civico più in là. Sempre nel quartiere di San Lorenzo. Stavolta, però, nello storico centro sociale occupato, già sede di Autonomia operaia, ribattezzato “Spazio 32”. La vecchia connotazione politica con gli anni si è persa. Oggi, infatti, dalla birreria di via dei Volsci, recentemente salita agli onori della cronaca per il pestaggio ai danni di un africano, graviterebbero principalmente pregiudicati e personaggi vicini all’estrema destra. Spostandoci in zona Marconi, invece, sono a rischio sfratto gli squatter di "Acrobax" che nel 2002 hanno occupato l’ex cinodromo di Roma. Una struttura immensa, diventata tempio del “precariato metropolitano che rifiuta una città rabbiosa ed escludente”. Qui vivono stabilmente una cinquantina di persone e ogni settimana vengono organizzate “attività sociali costruite dal basso”. Ma attenzione, “Acrobax – chiariscono i militanti – non è un passatempo o un dopo-lavoro ma l’alternativa politica a un’onda nera e reazionaria”. Un’alternativa che, secondo il Viminale, svolgerebbe “un ruolo propulsivo all’interno della galassia antagonista”.

Tre anni fa nel centro sociale "Macchia Rossa", avamposto dei movimenti per la casa alla Magliana, durante una perquisizione sono state rinvenute mazze, spranghe e bottiglie molotov destinate agli estremisti di destra che avevano organizzato una manifestazione nello stesso quartiere. Protagonisti di presidi e manifestazioni antifasciste sono anche i militanti dello “Spazio pubblico autogestito Strike” di via Umberto Partini, in zona Portonaccio. L’occupazione nata nel 2002 dal movimento No Global oggi propone uno sportello di tutela legale per migranti, cucina a prezzi popolari e laboratori di stampa e sviluppo fotografico. È in mano ad una decina di anarchici, invece, la “Biblioteca abusiva metropolitana” di via dei Castani, a Centocelle, un palazzetto abbandonato dove la quotidianità è scandita da cineforum e feste con musica hip hop. Un format, quello del divertimento notturno, sul quale ha puntato anche lo “Spin Time Lab”, l’occupazione di via di Santa Croce in Gerusalemme salvata dall’elemosiniere di Papa Francesco, che ormai è diventata un punto di riferimento per gli amanti della musica techno ed elettronica, macinando migliaia di euro tra discoteca, ristorante e birreria, senza emettere neppure uno scontrino e accumulando debiti per centinaia di migliaia di euro.

Caffetteria, lezioni di Tango, Yoga e percussioni vengono organizzate dagli antagonisti anche nel padiglione 31 dell’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà, dove ha sede il centro sociale “Ex Lavanderia”. All’interno del complesso ospedaliero, di proprietà della Asl Roma E, vivono anche 7 nuclei familiari, finiti pure loro nella lente d’ingrandimento del ministro Salvini, che nel frattempo non ha cambiato le sue posizioni sulla questione sgomberi.

“Contributo alla specie umana zero da campi rom e centri sociali”, ha detto durante un comizio a Soverato, in Calabria, annunciando una stretta contro le realtà di sinistra anche in questa regione.

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