Nella sentenza del 3 novembre che ha visto la condanna a 5 anni e quattro mesi di carcere a Emilio Gammuto, ex collaboratore di Salvatore Buzzi, imputato di corruzione con l'aggravante di aver favorito l'associazione mafiosa, la giudice Anna Criscuolo ha depositato ieri le motiviazioni del giudizio.
La Criscuolo scrive: "Può ritenersi accertata la presenza nella capitale di un’associazione che presenta caratteri e indicatori di mafiosità (segretezza del vincolo, struttura gerarchica, assoluto rispetto del vincolo gerarchico, metodo mafioso utilizzato per l’acquisizione del controllo delle imprese, di interi settori economici e di appalti pubblici, il diffuso clima di omertà che ne deriva) che ha in Carminati il suo vertice». Un personaggio che ha «impresso» al gruppo «la cifra criminale e il metodo operativo, ne ha deciso la struttura, la collocazione, la direzione e gli ambiti di operatività"
È solo il primo stralcio del processo su quello che viene definito "Mondo di mezzo". Nella giornata di ieri sono state depositate le motivazioni della condanna. L'aggravante dell'accusa è stata confermata , e il giudice per la prima volta ha verifcato l'esistenza dell’associazione mafiosa.
Nella sentenza infatti si legge che le "mafie silenti" esistono da molto tempo e "occorre sganciarsi dalla visione tradizionale della mafia storica, quella “che fa i morti”, spara e insanguina le strade per incutere timore e garantirsi omertà al fine di acquisire predominio territoriale o incontrastata posizione dominante in attività illecite o in interi settori dell’economia o nel settore degli appalti pubblici".
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