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"Come se avessi la lebbra, poi è cambiato tutto..."

Orietta Berti sta vivendo una seconda giovinezza: dallo snobismo dei radical chic di un tempo al grande successo con Fedez e Achille Lauro

Orietta Berti: "Come se avessi la lebbra, poi è cambiato tutto..."

“La vita è strana, a volte succedono delle cose inaspettate ed è proprio quello che mi sta capitando adesso”. A 78 anni, 55 dei quali passati a cantare su un palco, Orietta Berti sta vivendo la sua seconda giovinezza. Emiliana di Cavriago, figlia di una madre attivista comunista e di un padre “che non saltava una messa la domenica”, è sempre stata considerata icona della musica melodica italiana. Per questo snobbata per anni dal mondo radical chic della critica che a lei preferiva i cantautori impegnati, oggi si gode finalmente la sua rivincita: dopo la partecipazione a Sanremo, il brano “Mille”, inciso assieme a Fedez e Achille Lauro, è candidato a diventare colonna sonora dell’estate, d’altronde le 2 milioni e 500 mila riproduzioni su Spotify in meno di una settimana fanno ben sperare…

Orietta Berti se lo aspettava tutto questo successo?

“No, devo dire che mi sento molto fortunata. Ma ringrazio soprattutto il mio pubblico che mi è sempre stato vicino a differenza di una certa parte della stampa che in passato mi ha più volte criticato”.

Da dove arrivavano le critiche?

“Beh, con ‘Fin che la barca va’ ho venduto quasi 9 milioni di dischi, ma è sempre stata considerata una canzone qualunquista. La verità è che la mia musica melodica non piaceva ad alcuni giornalisti vicini al Partito Comunista ed è curioso visto che provengo da un paese, famoso per essere l’unico ad avere ancora un monumento dedicato a Lenin. E poi sa una cosa…”.

Cosa?

"Sono sempre stata una stacanovista delle Feste dell’Unità, dove ho cantato decine di volte. E poi i ricordi più belli della mia adolescenza arrivano proprio dalla Casa del Popolo. Penso a quando mia madre preparava i cappelletti assieme agli altri volontari e mi obbligava a sbandierare ai comizi la bandiera rossa”.

Oggi invece alle Feste dell’Unità non ci va quasi più nessuno…

“All’epoca c’era un senso di comunità e di aggregazione. Ci si batteva per degli ideali, ora non c’è più quell’entusiasmo”

E forse non ci sono neanche più i leader di una volta?

“Certo. Berlinguer dalle mie parti qualsiasi cosa dicesse, aveva sempre ragione”.

Viste le sue origini è paradossale che le critiche arrivassero proprio da quel mondo…

"Esatto, ma io non mi sono mai lamentata. Non ho mai rotto le scatole e non sono mai andata a letto con nessun altro se non con mio marito. Ho semplicemente aspettato che passasse l’acqua cattiva finché non è diventata pulita”.

Ci ha impiegato però 29 anni per tornare a Sanremo…

“Sì, e devo ringraziare Amadeus che ha ascoltato la mia canzone e mi ha voluto al Festival. L’ultima volta ci ero andata con Giorgio Faletti nel 1992”.

Ed è a Sanremo che è nato il rapporto con Fedez?

“Sì, è lì che mi ha proposto di incidere una canzone per l’estate. Mi ha detto che ne aveva una pronta. All’inizio pensavo scherzasse, ma poi dopo qualche giorno me l’ha inviata sul telefonino. È stato davvero di parola ed eccoci qui”.

Achille Lauro si è aggiunto solo in un secondo momento?

“Sì, anche lui era Sanremo. In quell’occasione mi aveva riempito di complimenti. Mi diceva che cantavo meglio di tutti…”.

Insomma un trio perfetto per un successo assicurato…

"Sono davvero due brave persone. Fedez ci sa fare, Achille Lauro è di una simpatia travolgente, fa morir dal ridere”.

Con loro al suo fianco le critiche sono scomparse?

“Sì, ma i giornalisti di oggi mi sembra abbiano meno pregiudizi. Ci sono stati anni in cui nessuno voleva intervistarmi, come se avessi la lebbra. Mentre a Sanremo quest’anno ho fatto anche 25 interviste al giorno”.

Quanto lavoro alla sua età…

“Sì, ma l’età per me non conta, è solo sulla carta d’identità”.

Ma allora qual è il suo segreto?

“Ho una voce ancora giovanile e poi io mi emoziono ancora ogni volta che salgo su un palco proprio come se fosse la prima volta. Con Fedez e Achille Lauro si è instaurata una bellissima collaborazione nonostante siano molto più giovani di me”.

Cosa pensa della posizione pubblica che Fedez ha preso a favore del ddl Zan?

“Credo abbia fatto bene. Sente sua quella battaglia e non sbaglia a esporsi. Sa parlare e poi chi l’ha detto che un artista non può dire ciò che pensa? È un vizio un po’ italiano quello di credere che i cantanti debbano stare in silenzio. Qualche anno fa in radio mi è capitato di fare un apprezzamento su Di Maio, dissi che secondo me era molto bello… non l’avessi mai fatto”.

Perché? Che cosa è successo dopo?

“All’epoca ero ospite fissa da Fabio Fazio. Una parte del Pd voleva addirittura mandarmi via dalla Rai. Apprezzai molto che tra quelli che presero le mie difese ci fu anche Salvini. Da quel momento sto molto più attenta a ciò che dico”.

Ma almeno un giudizio su Draghi possiamo strapparglielo?

“È sicuramente una brava persona. Certo, da lui ci aspettiamo i miracoli. Ma non credo spettino a un politico…”.

E della vicenda di Saman cosa ne pensa?

“È una storia tremenda. Come si fa ad ammazzare la propria figlia? Non c’è tradizione o religione che tenga…”.

Ma l’Islam secondo lei è colpevole?

“I musulmani in Italia non sono tutti così anche perché altrimenti avremmo una strage. Per me è soprattutto una questione d’ignoranza. Ci vuole più buonsenso e amore”.

Amore come quello che lei prova per suo marito Osvaldo?

“Osvaldo è la mia colonna, dopo 54 anni di matrimonio abbiamo ancora lo stesso entusiasmo di un tempo”.

Orietta Berti è riuscita a superare anche il Covid, è davvero invincibile?

“È stata una prova durissima, ma non mi sono mai fermata neanche con 39 di febbre. Ho continuato ad occuparmi delle faccende di casa, d’altronde con 9 gatti e 2 cani molossi non potevo fare altrimenti”.

Una superwoman che si è già vaccinata?

“No, non ancora perché ho ancora tanti anticorpi. Mi hanno consigliato di aspettare un altro po’. Ma non vedo l’ora di vaccinarmi”.

Preferenze sul vaccino?

“No, non scherziamo. Mi fido della scienza, mi prendo quello che mi danno.

Solo così potremo tornare alla normalità”.

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