Cronache

Stabilito il reddito che fa la felicità

Secondo la Purdue University, il reddito per essere felici sarebbe di 95 mila dollari (77 mila euro)

Stabilito il reddito che fa la felicità

Il reddito perfetto per essere felici da single esiste e secondo uno studio della Purdue University, nello Stato dell’Indiana, sarebbe di 95 mila dollari (77 mila euro).

La ricerca si basa sui dati raccolti dal ondaggio Gallup World Poll. Numeri importanti e rappresentativi di 1,7 milioni di persone in 164 Paesi. Lo studio della Purdue si basa sul "paradosso della felicità" di Richard Easterlin, secondo cui con l’aumentare del reddito, la felicità cresce. Ma attenzione, fino a un certo punto: poi diminuisce seguendo una curva ad U rovesciata.

La rivista Nature Human Behaviour ha pubblicato lo studio, ma non è la prima volta che si legge di ricerche analoghe. Come ricorda Il Corriere della Sera, nel 2010 l’Università di Princeton (con la partecipazione del premio Nobel Daniel Kahneman) fissò lo stipendio perfetto a 75 mila dollari mentre il newyorkese Marist Institute for Public Opinion era sceso a 50 mila.

Il parere dell'esperta

C'é chi non è d'accorco con la Purdue: l'economista e autore della recentissima Storia economica della felicità, (edito da Il Mulino), Emanuele Felice. La dottoressa sostiene che "la soglia proposta dalla Purdue University, molto alta, mi pare sconti il fatto che viviamo in società consumistiche, che ci spingono a consumare sempre di più nell’illusione che così si raggiunga la felicità. È la felicità come orizzonte che si allontana man mano che cerchiamo di raggiungerla. Ma 30 mila euro l’anno non bastano per essere felici? Invece di valorizzare le relazioni umane e la vita etica, alziamo l’asticella. Siamo ossessionati dalla felicità consumistica, in questo modo però finiamo per essere sempre più infelici".

Inoltre: "Calcolare con precisione una soglia di reddito non ha molto senso, perché le situazioni variano enormemente da contesto a contesto e da persona a persona: la felicità è soggettiva e ha perfino una componente genetica — aggiunge Emanuele Felice —. Io direi: soddisfatte le necessità di base, comincia il bello. Si scopre che per la felicità contano altre due cose: la qualità delle relazioni umane, fondate sulla libertà e non sulla costrizione, e la possibilità di vivere una vita che consideriamo degna di essere vissuta, magari perché la scegliamo liberamente". La Felice chiosa: "Cerchiamo di costruire un mondo in cui diamo a tutti i diritti umani fondamentali.

E poi che ognuno sia felice, o meno, come meglio crede".

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