Economia

Schiaffo a Trump dall'auto Ford va a produrre in Cina

Le future Focus saranno esportate in Usa e Europa

Pierluigi Bonora

Ford, a poche settimane dal cambio del vertice (benservito del board al ceo Mark Fields, 56 anni, sostituito dal sessantaduenne Jim Hackett), fa uno sgarbo alla Casa Bianca. La nuova Focus, modello centrale nella gamma del gruppo di Dearborn, sarà prodotta in Cina. La decisione è arrivata nel momento in cui il presidente Donald Trump è impegnato, tra i tanti problemi che lo riguardano, nella rinegoziazione degli accordi Nafta, quelli sul libero scambio delle merci tra Usa, Canada e Messico. All'inizio dell'anno, pressata sempre da Trump, Ford aveva cancellato l'investimento di 1,6 miliardi di dollari destinato al Messico, dove sarebbe dovuta nascere la nuova serie Focus.

La scelta del gruppo, ora guidato da Hackett, è dettata dalla necessità di spingere sui profitti (l'insoddisfazione degli azionisti è una delle ragioni che ha portato al siluramento di Fields) e di ottimizzare le produzioni. L'opzione cinese farà infatti risparmiare circa un miliardo di dollari.

Sulla nuova politica Usa relativa agli scambi commerciali, Ford è stata chiara: «Siamo in favore di una modernizzazione del Nafta, ma è troppo presto per sapere come andrà a finire». Le Focus «cinesi» saranno esportate negli Usa e, quindi, in Europa. Ford ha comunque messo le mani avanti, affermando che non ci saranno emorragie di posti in America, mentre 900 milioni serviranno a potenziare un impianto nel Kentucky. Il sito del Michigan, che fino al 2018 sfornerà le Focus, sarà invece riconvertito. Resta da vedere come si muoveranno Gm e Fca.

E se Trump (dazi?) reagirà alla scelta cinese dell'«amica» Ford.

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