Cronaca locale

"C'è un islam problematico diffuso in città dalle moschee"

Vidino, professore negli Stati Uniti, presto in Comune: "Chi è incompatibile con i diritti non va premiato"

"C'è un islam problematico diffuso in città dalle moschee"

Le istituzioni non premiano chi ha idee simili. È questa l'analisi di Lorenzo Vidino, grande esperto di estremismo che le commissioni Sicurezza e Urbanistica di Palazzo Marino potrebbero audire presto a proposito del Piano delle attrezzature religiose del Comune. Direttore di un programma di ricerca della George Washington University, dove insegna, Vidino ha anche coordinato una commissione insediata a Palazzo Chigi tre anni fa col compito di esaminare il fenomeno della radicalizzazione in Italia. Parlando di Milano, Vidino distingue fra rischi terroristici e posizioni dell'islamismo ideologico: «Se la critica è legata al terrorismo - spiega - è un conto e tendenzialmente oggi non vedo problemi, anche se con qualche eccezione. L'asticella però - avverte - non può essere posta così in basso». «Il problema - spiega - non è solo il jihadismo ma l'estremismo non violento, moschee e organizzazioni che diffondono idee problematiche perché in conflitto col sentire comune, con valori costituzionali europei e coi diritti umani». Fra le quattro moschee da sanare a Milano, una dei casi più delicati è quella di via Maderna, in mano a Milli Gorus. «Rientra esattamente in questa categoria» per il prof. Di via Maderna si è parlato negli ultimi anni a proposito delle «black list» del governo tedesco: «I tedeschi - spiega Vidino - fanno questo lavoro meticoloso, scrivono questo rapportonesulla base del lavoro dei servizi, e non si occupano solo dei gruppi terroristici, ma dei gruppi che possono rappresentare una minaccia per la democrazia. I tedeschi dividono i gruppi citati in due categorie: nella prima le organizzazioni terroristiche, Al Qaida, Isis e via dicendo. Nella seconda le organizzazioni estremiste legalmente tollerate ma monitorate. Milli Gorus rientra in questa seconda categoria, nel rapporto si spiega che ha una visione estremista, un mix di nazionalismo turco, posizioni anti-occidentali e una visione islamista corrispondente nel mondo turco a quella dei Fratelli musulmani». «Essere lì in quel rapporto - sintetizza - non vuol dire certo essere un gruppo terroristico, ma problematico, e quando si decide su questioni come il diritto d'asilo di una persona, per esempio, questo dato rileva. È un monito e si dice: attenzione, questi sono quello che sono».

Per la moschea di Cascina Gobba, Vidino vede «la stessa dinamica» di via Maderna: problemi di compatibilità insomma, più che di collegamenti con mondi inquietanti, sebbene ci siano «passaggi e presenze» poco rassicuranti, e qui basta citare il fatto che la commissione comunale a Cascina Gobba è stata accolta dall'imam Usama El Santawy, controverso e discusso per alcune frequentazioni (come quella con Musa Cerantonio, predicatore radicale e star della web-jihad) o per certe deliranti dichiarazioni, come quella - riportata in un'intervista - sul presunto «martirio» di Giuliano Delnevo. Infine la moschea di via Quaranta. «Nasce - spiega l'esperto - come succursale di viale Jenner, allora dominata dall'ambienti radicali egiziano, con un imam al tempo esplicitamente definito dai magistrati come un emissario di Al Qaida. Poi la situazione si è calmata, ma restano presenze salafite».

Quindi il quadro è problematico per Vidino, e un quadro problematico pone in genere quattro ordini di problemi: rifiuto della libertà religiosa, omofobia, sottomissione della donna e anche tendenze antisemite-antisioniste. «Spesso una nasconde l'altra - riflette - ed è chiaro che gli episodi si sprecano, come dimostrano le manifestazioni recenti di Milano. Questa è una delle questioni fondamentali, su cui non transigere. Ma lo sono anche la libertà di religione e dunque la soluzione alla apostasìa, e il trattamento delle donne e degli omosessuali. Queste sono posizioni inaccettabili.

Le leggi variano, queste idee possono anche esistere ma il punto è: possono essere premiate con una moschea? Può anche esistere un diritto ad avere posizioni estreme, ma è giusto che lo Stato premi organizzazioni simili?».

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