Cronaca locale

La capitale della musica: il Conservatorio rialza il sipario

Al via il calendario accademico 2017/2018 del Verdi tra master e nuove lauree. Si studierà anche pop-rock

Luca Pavanel

Suoni di violini dalle aule, voci che si rincorrono nella sala coro, ragazzi che solfeggiano in corridoio. È sempre un bel film entrare al Verdi di Milano. Al bar interno all'ora di pranzo: ti imbatti nel direttore-pianista Cristina Frosini, la star del vibrafono Andrea Dulbecco e il compositore elettronico Wolfgang Mitterer da Vienna che fa la pausa dalla masterclass, in compagnia del collega-docente Giovanni Cospito.

Scene quotidiane di «scuola», scene di Conservatorio alla vigilia del taglio del nastro 2017-2018. Già, proprio così: tutto pronto per l'inaugurazione del nuovo anno accademico al Verdi, primo in Italia per docenze, testa a testa con Bari e Palermo per iscritti, oltre un migliaio. La tradizionale festa di apertura - il via pure della nuova edizione de i «Suoni del Conservatorio» - musicalmente è affidata all'Orchestra di casa diretta da Michele Gamba, in parte allevato in accademia per quanto riguarda gli studi pianistici e di composizione; fuoriclasse con alle spalle un curriculum da paura, dall'invito in giovane età presso il Covent Garden di Londra da Sir Antonio Pappano agli incarichi degli ultimi mesi, ovvero Le nozze di Figaro ad Amburgo e I due Foscari alla Scala. Bel canto a parte il suo programma per oggi a partire dalle ore 20.30 - dopo i discorsi del presidente Ralph Alexandre Fassey e del direttore Frosini e un finale cin cin - sarà incentrato sulla Quinta di Sostakovic, una delle più conosciute, apprezzate ed eseguite opere del maestro russo (ingresso libero fino a esaurimento posti). Non solo concerti da ascoltare però.

Sarà anche il giorno delle novità e delle presentazioni, alcune delle quali vere e proprie chicche per quanto riguarda chi studia le discipline musicali e per capire che aria tira a livello di gusti e tendenze. Prima fra tutti la nuova laurea in «Pop e rock», novità assoluta in un'accademia di grandi dimensioni. Della serie il mondo cambia e di conseguenza l'offerta didattica si deve adeguare per poter «rispondere» in maniera adeguata alle esigenze del mercato. E ancora attivati nuovi master, vedi quelli in «Arpa», in «Vocalità infantile» e in «Direzione di coro delle voci bianche». Molte cose si potranno toccare con mano e sentire ancora di più all'open day che si terrà in primavera, quando - complice la stagione - ci sarà il climax. Del resto il Verdi sul fronte delle programmazioni prodotte e ospitate è una vera e propria «fabbrica», ce ne sono circa 200 l'anno. La scuola da anni ospita enti, associazioni e cartelloni - come Società del Quartetto, Società dei Concerti, Serate Musicali e quant'altro - riempiendo un giorno sì e uno no la sua sala dedicata agli eventi; un auditorium a cui ultimamente sono state rifatte le luci. Non solo: largo alle curiosità, a proposito di documenti storici.

In archivi e biblioteche sono state trovate fotografie in bianco e nero sul Conservatorio nel Dopoguerra: immagini trasformate in gigantografie, poi esposte nel chiostro. Viaggio nei tempi che furono dopo le devastazioni portate dal secondo conflitto mondiale. Muri caduti, impalcature, corridoi da sistemare. Amarcord che verrà rinnovato periodicamente visto che gli scatti ammontano a 600. Dulcis in fundo il piccolo grande mondo dei seminari e delle masterclass. Basta sfogliare l'opuscolo fresco di stampa per trovare in cattedra nomi di prima grandezza, dal violoncellista Enrico Bronzi al pianista jazz Enrico Pieranunzi, dal bachiano Ramin Bahrami al violinista Boris Belkin.

Si replica domani con la IX edizione del Concerto civile Giorgio Ambrosoli dedicato al cardinale Carlo Maria Martini.

Ci sarà una tavola rotonda con Lucia Castellano, don Virginio Colmegna e Mauro Magatti (modera Ferruccio de Bortoli). Che dire? Viva - il Conservatorio - Verdi!

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