Altro che libertà di espressione, ora la Francia ferma Dieudonné

La polizia ha fermato il controverso comico per interrogarlo: è accusato di apologia di terrorismoper aver scritto su Facebook "Je suis Charlie-Coulibaly"

Altro che libertà di espressione, ora la Francia ferma Dieudonné

In Francia la libertà di espressione viaggia a due velocità. Domenica scorsa in quattro milioni ha marciato a Parigi per il settimanale satirico Charlie Hebdo. Oggi, invece, la polizia della Ville Lumière ha fermato Dieudonnè per interrogarlo. Il controverso umorista francese è accusato di apologia di terrorismo dopo che aveva detto "Je suis Charlie-Coulibaly". Un tweet che mischiava i nomi del settimanale satirico vittima della strage jihadista e dell’attentatore al supermercato kosher, Amedy Coulibaly. Due pesi e due misure, insomma, che in un momento di attacchi alla libertà di espressione tanto violenti spaventa.

Lunedì la magistratura francese ha aperto un’inchiesta sul comico inventore della quenelle, il gesto che ebrei e gruppi anti-razzisti denunciano come un saluto nazista al contrario. Domenica scorsa, dopo aver partecipato alla grande marcia contro il terrorismo di domenica a Parigi, Dieudonnè l’aveva definita su Facebook "leggendaria" aggiungendo però di sentirsi "Charlie-Coulibaly". In seguito l’umorista aveva scritto una lettera al ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, per spiegare di aver solo voluto denunciare il fatto che si sente perseguitato come il settimanale satirico: "Quando io mi esprimo, non si cerca di capirmi, non mi si vuole ascoltare. Si cerca un pretesto per vietarmi. Mi si considera come Coulibaly mentre io non sono diverso da Charlie".

538em;">Già nel settembre scorso Dieudonnè era stato indagato per apologia di terrorismo per un un vi­deo in cui ironizzava sulla decapitazione del giornalista americano James Foley da parte dell’Isis. Nel 2010, lo stesso 48enne comico-attivista di origine camerunense aveva chiesto la liberazione di Youssof Fofana, condannato per l’uccisione di un giovane ebreo nel 2006.

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