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Bullismo e balbuzie: Starbucks ancora nella bufera

Un barista di uno Starbucks di Filadelfia è stato licenziato per aver deriso un cliente balbuziente

Bullismo e balbuzie: Starbucks ancora nella bufera

Dopo un brutto caso di bullismo accaduto qualche tempo fa in una caffetteria di Starbucks negli Stati Uniti, un altro caso di discriminazione mette sotto la lente di ingrandimento la catena americana di bar ispirati alla tradizione italiana.

Domenica scorsa un ragazzo di Philadelphia si è recato presso un bar di Starbucks per ordinare il suo caffè in compagnia di un amico Tan Lekwijit. Sam, questo il nome del protagonista di questo spiacevole episodio, è balbuziente ed ha avuto qualche difficoltà nel pronunciare il suo nome quando gli è stato chiesto dal barista.

Da Starbucks infatti è tradizione che il barista scriva sulla tazza il nome del cliente in modo che possa essere più semplice individuare a chi va consegnato questo cappuccino o quel caffè. Tuttavia quando Sam si è ritrovato tra le mani la sua tazza non ha potuto fare a meno di notare che il barista si era preso gioco di lui. Aveva infatti scritto il suo nome ripetendo la lettera S per ben tre volte, come ad imitare il suo difetto di pronuncia.

L’amico di Sam, Tan, ha prontamente fotografato e condiviso su Instagram la foto della tazza per denunciare questo episodio di bullismo. La prima risposta della catena americana è stata offrire un buono da 5 dollari per una futura consumazione presso uno dei suoi bar.

Solo in seguito è stato chiarito che non si trattava di un semplice errore di spelling ma di un episodio di bullismo e di discriminazione.

La direzione di Starbucks ha recentemente confermato in una dichiarazione ufficiale di aver preso delle misure nei confronti del barista e di essersi scusata con Sam.

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