Migranti, la missione navale Ue: "Pronti a sparare agli scafisti"

L'ammiraglio Credentino: "Quando un governo potrà invitarci nelle sue acque, e l’Onu lo consentirà, allora saremo più efficaci". Per ora la Marina Militare ha le mani legate

Migranti, la missione navale Ue: "Pronti a sparare agli scafisti"

"Siamo pronti a sparare". In un’intervista al Corriere della sera l'ammiraglio Enrico Credentino mette in chiaro i termini della missione navale dell'Unione europea per contrastare gli sbarchi. "La missione può richiedere l’uso della forza - spiega - ma solo se i migranti non rischiano. A febbraio ci hanno sparato addosso, non abbiamo reagito perché trasportavamo persone appena soccorse".

Come spiega credentino, gli scafisti riciclano soldi all'estero come i pirati somali che li lavano a Londra, a New York, in Svezia. "I soldi - spiega - arrivano anche allo Stato islamico, ma i migranti partono al 95% dalla Tripolitania, mentre l’Isis sta a Sirte. Gli scafisti sono businessmen". La Libia è, infatti, considerata la Somalia del Mediterraneo. Qui c'è uno stallo totale. Per questo l'ammiraglio Credentino proverà a parlare con i libici quando. Anche se lo potrà fare solo quando sarà chiaro chi governa. "Noi dobbiamo lavorare in Tripolitania, il governo riconosciuto è a Tobruk - mette in chiaro - ma non voglio dare l’idea di favorire l’uno o l’altro".

La missione della Ue nasce con numerose falle. L'impossibilità di dialogare con un governo forte in Libia è solo una delle tante. "Quando un governo potrà invitarci nelle sue acque, e l’Onu lo consentirà, allora saremo più efficaci - mette in chiaro Credentino - gli scafisti non potranno neanche mettere le barche in mare". Ma quel momento è ancora lontano. E le posizioni a Palazzo di Vetro sono molteplici e distanti l'una dall'altra. "Ammiraglio - lo ha avvertito l’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin - lei non deve entrare in Libia". "Il comando dell’operazione - ha assicurato Credentino - resterà sempre in mare, ma se non ci vado, non taglieremo mai i rami logistici e i flussi finanziari". Soltanto a maggio i tencici di Bruxelles avevano preventivato dai 6 agli 8 mesi di tempo solo per partire. Nonostante tutto, Credentino è riuscito a fare tutto nell'arco di un mese. Da allora, però, la situazione è in stallo.

"Il mandato è di un anno, ma questa missione è molto più complicata della Somalia - ribadisce - qui c’è una migrazione biblica, penso proseguiremo". Ma il primo obiettivo della missione resta sempre lo stesso: salvare vite. E non bloccare i clandestini.

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