In Francia ha appena iniziato ad avere applicazione, con l’avvio del nuovo anno scolastico, la riforma “patriottica” delle istituzioni educative promossa dal presidente Emmanuel Macron.
In base alle nuove regole varate dal parlamento d’Oltralpe su iniziativa dell’esecutivo, in tutte le aule delle strutture didattiche del Paese dovranno essere esposti il tricolore nazionale, i versi de La Marsigliese e lo storico motto della rivoluzione del 1789 ("Liberté, Égalité, Fraternité"). L’arredo di ogni classe, da oggi in poi, dovrà infatti comprendere anche tali simboli dell’identità transalpina, anche se, in particolare, la bandiera blu, bianca e rossa dovrà sempre essere “affiancata da quella dell’Unione europea”.
La riforma promossa da Macron dispone inoltre che l’obbligo scolastico scatti, per i bambini, a partire dai tre anni di età, ripristinando una disposizione normativa vigente in Francia nel diciannovesimo secolo. I genitori che si rifiuteranno di obbedire alla regola in questione si vedranno infliggere una sanzione di 1,500 euro.
Il recente provvedimento è stato approvato dalla maggioranza parlamentare che sostiene il governo Macron pur essendo stato suggerito da un esponente dell’opposizione. La svolta “patriottica” dell’istruzione d’Oltralpe è stata infatti ideata e sollecitata dal deputato Éric Ciotti, esponente del partito conservatore Les Républicains. Costui aveva propugnato la trasformazione in legge della sua proposta evidenziando la necessità che le strutture didattiche del Paese insegnassero agli studenti ad “amare la Francia fin dalla più tenera età”.
Il ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer, ha commentato l’inizio dell’applicazione delle nuove disposizioni in ambito scolastico affermando: “Lo spirito di appartenenza alla comunità andava rafforzato. In qualsiasi parte del mondo, conoscere i simboli del Paese di cui si è cittadini è la cosa più naturale che esista”.
La riforma voluta dall’Eliseo ha però immediatamente suscitato critiche da parte delle associazioni dei genitori e da parte dei parlamentari di sinistra.
Le prime hanno infatti accusato Macron di “pesanti ingerenze” ai danni dell’autonomia delle singole strutture educative, mentre Michel Larive, rappresentante della formazione politica anticapitalista La France insoumise, ha etichettato la mossa del Capo dello Stato come “un favore alla destra nazionalista” e come l’inizio di un processo di “indottrinamento dei giovani”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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