Tornano le polemiche negli Stati Uniti contro la polizia dopo che domenica notte un giovane afroamericano di appena 22 anni è stato ucciso da due agenti che hanno sparato 20 proiettili contro di lui nel cortile posteriore della sua abitazione.
Lunedì scorso il dipartimento di polizia di Sacramento aveva dichiarato che la pattuglia era intervenuta dopo la segnalazione di un unomo che stava rompendo i finestrini di un'automobile. Sul posto hanno trovato il ragazzo, Stephan Clark, con qualcosa in mano. Credendo fosse una pistola, hanno aperto il fuoco, esplodendo 10 proiettili a testa e colpendo ripetutamente il 22enne. Solo dopo averlo ucciso hanno scoperto che Clark stava armeggiando con il suo telefono.
Solo mercoledì però la polizia ha ammesso l'errore, pubblicando il video (guarda), registrato con le body cam delle divise degli agenti, in cui si sentono gli spari e l'ordine di alzare le mani, mentre uno degli agenti grida "una pistola, una pistola".
Il capo della polizia di Sacramento, Daniel Hahn, ha detto che i due agenti sono stati messi in congedo pagato in attesa che venga conclusa l'indagine, ma questo non ha fermato le polemiche.
I familiari di Clark e la comunità afroamericana chiedono perché gli agenti abbiano sparato 20 volte e vogliono sapere se al giovane sia stato dato il tempo di obbedire all'ordine di alzare le mani. "Si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato? Era nel cortile di casa sua, non possono dire questo", ha affermato al Sacramento Bee Sequita Thompson, la nonna del giovane. La donna sostiene anche che il sospettato segnalato alla polizia era stato descritto come alto, mentre Clark era basso.
Anche il sindaco della città, Darrell Steinberg, porgendo le condoglianze a nome della città alla famiglia di Clark, ha assicurato che verrà condotta un'accurata indagine "basata unicamente sul video" prima di arrivare ad una conclusione finale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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