Politica

Anche il ministro dell'Interno voleva mollare Macron

Manila Alfano

È una lunga, incresciosa lista che si allunga. Gaffe e incidenti di percorso in cui ormai inciampa quasi quotidianamente Emmanuel Macron, l'ex enfant prodige di Francia che voleva fare Napoleone, l'uomo forte, l'uomo nuovo; il politico ruspante affamato di gloria e consensi; a 39 anni incoronato più giovane presidente di Francia, che doveva convincere gli elettori, ma che ultimamente non fa che rotolare in prima pagina per incidenti imbarazzanti. In tutti i campi. Ieri sera il Figaro ha rivelato che un altro ministro, dopo una serie di imbarazzanti dimissioni, voleva abbandonarlo per andare a candidarsi a sindaco di Lione nel 2019 dopo le elezioni europee. Non era uno qualsiasi, era Gerard Collomb, il titolare degli Interni. Macron ha dovuto impuntarsi e ha respinto il passo indietro che più di tutti lo avrebbe umiliato chiedendogli di «restare pienamente mobilitato nella sua missione». Questa notizia segue lo scandalo provocato dalla diffusione di una fotografia che ritrae il presidente francese accanto a due giovani neri incontrati a Saint-Martin, isola delle Antille francesi visitata nel fine settimana per fare il punto della situazione un anno dopo l'uragano Irma. Ragazzi in una posa provocatoria, uno, a torso nudo, abbraccia il capo dello Stato mentre con la mano opposta mostra il dito medio, l'altro ex galeotto e Macron sorride, l'aria distesa e divertita. Scatto che non è passato inosservato e ha acceso le più dure critiche. Capofila Marine Le Pen che ha scritto messaggi al vetriolo: «Non ci sono più parole per esprimere il nostro sdegno. La Francia non merita certamente questo. È imperdonabile». Lui che reagisce e scrive: «Marine Le Pen non è con il popolo, l'estrema destra non è il popolo. Io sono il presidente e non lascerò il popolo a nessuno». Altri tweet si sono indignati per la mancanza di rispetto della funzione presidenziali, altri ancora hanno ricordato a Macron quando, solo pochi mesi fa, rimproverò un adolescente che lo aveva amichevolmente chiamato «Manu». Ai minimi nei consensi di popolarità, Macron ha cercato di cavalcare politicamente l'episodio. «Il mio obiettivo è aiutare questi giovani».

Eppure sembra proprio che il vento soffi contrario al giovane leader.

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