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Baby gang in azione sulle spiagge di Jesolo: picchiati tre bagnini

Le bande di teppisti sono diventate l'incubo dei clienti e dei gestori dei locali del litorale

Baby gang in azione sulle spiagge di Jesolo: picchiati tre bagnini

Jesolo - Viaggiano in branco. Sono tutti minorenni, alcuni stranieri, altri no. Bottiglie di birra in mano, pantaloni abbassati, sguardi intimidatori. Sono bulli. Mezzi delinquenti. Il gruppo li rende forti. La loro forza sta nel far parte del branco. Sono quelli delle baby gang. E li vedi in giro a Jesolo, anche ora tempo d'estate, lungo le spiagge.

Arrivano senza telo, dietro la schiena la cassa per la musica, dentro gli zaini litri di birra, tra le mani gli smartphone e si posizionano giusto in mezzo alle famiglie che per quel giorno vorrebbero godersi un po' di sole. Per non parlare di quelli nei locali che con qualche bicchiere di troppo e qualche sostanza addosso iniziano a scaldarsi. Non temono i buttafuori, li sfidano e se necessario menano.

«Non possiamo nemmeno difenderci confida una persona perché se ci difendiamo passiamo i guai. Ma come li fermi questi?». Più di qualcuno, che in qualche locale stava facendo il proprio lavoro, è finito menato, pestato. Un buttafuori ci fa vedere le foto: ginocchia sbucciate, ferite, teste «spaccate». Scariche di calci pugni e botte. Come è accaduto domenica a Jesolo, in stile missione punitiva.

Tutto inizia di prima mattina. Otto giovani vengono sorpresi mentre sono distesi nei lettini di uno stabilimento balneare riservato agli ospiti degli hotel e dei vari residence. Alcuni bagnini in servizio li invitano ad andarsene e si allontanano, posizionandosi giusto sotto la torretta di controllo di salvataggio, quella che i bagnini usano per sorvegliare il mare e la spiaggia; quella dove sotto non ci si può mettere perché in caso di necessità il bagnino deve essere pronto a intervenire.

Alle 9.30 i due bagnini che dovevano prendere posto e posizionare i mezzi di salvataggio, chiedono al gruppetto di spostarsi. Ma il gruppo li deride. Insultati e minacciati. Uno rimane davanti alla torretta 16 e da qui partono sputi e poi le mani. I due bagnini rimangono feriti. Ma questo è stato solo l'inizio perché alle due e mezza del pomeriggio arriva il plotone multietnico: una baby gang di circa quindici ragazzini, tutti giovanissimi, alcuni tra i 15 e i 16 anni, italiani e stranieri residenti a Treviso, prende d'assalto il responsabile dello stabilimento davanti piazza Trieste e lo fa finire all'ospedale sotto gli occhi atterriti dei turisti. Una scarica di botte anche in pieno volto. Molti in preda alla paura abbandonano la spiaggia. L'uomo viene trasferito al pronto soccorso, per lui una prognosi di alcuni giorni. Il branco invece fugge cercando di dileguarsi tra le auto in sosta. Ma la polizia locale di Jesolo e la polizia di Stato tra domenica e lunedì riescono a identificarli tutti. Rischiano di essere indagati per rissa o aggressione. I bagnanti sono sconcertati.

Il sindaco Valerio Zoggia ha scritto una lettera di condanna: «Questi giovani, oltre a dover rispondere di quanto fatto porteranno il peso e le conseguenze del loro comportamento. Quanto accaduto ci spinge a riflettere sulla direzione che sta prendendo la società di oggi e in particolare i nostri giovani». «Ci vogliono pene severe dicono i bagnanti - sembravano furie». E c'è chi propone di chiudere gli accessi in spiaggia. Qualche locale si è attrezzato. Al Capannina Beach, uno dei posti più «in», quando finisce l'aperitivo, non si entra più con borse, zaini, asciugamani.

Le bottigliette d'acqua vanno lasciate all'ingresso e chi entra mostra la carta d'identità.

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