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Berlusconi rassicura l'Europa: "Con me l'Italia sarà stabile"

L'ex premier a Bruxelles: «Sono l'argine al populismo e all'antieuropeismo. Avrò i numeri per governare»

Berlusconi rassicura l'Europa: "Con me l'Italia sarà stabile"

Non c'è un rischio di instabilità politica, in Italia. Silvio Berlusconi veste gli abiti dello statista e tranquillizza i leader d'Europa come i mercati, nella sua missione a Bruxelles per il vertice del Ppe, che precede il Consiglio europeo dedicato a Brexit e immigrazione. Lo fa come capo della principale forza del centrodestra italiano, confermando la sua leadership e la sua influenza a livello europeo.

Nel palazzo dell'Accademie Royale, dove si tiene il summit del Ppe, il presidente di Forza Italia allontana ogni ombra sul futuro politico del Paese. «Credo nella vittoria del centrodestra - dichiara con decisione - che avrà i numeri per governare. Ho comunicato ai partecipanti alla riunione il mio ottimismo. Dopo appena un mese dalla mia discesa in campo, secondo i sondaggi, abbiamo già 10-11 punti di vantaggio sugli avversari. Quindi c'è grande serenità in vista del voto. Anche con Salvini è solo un puntiglio che sarà presto superato e saremo uniti alle elezioni».

Nell'incontro con i leader popolari europei, da Angela Merkel a Mariano Rajoy, con i vertici delle istituzioni Ue, Antonio Tajani, Donald Tusk e Jean Claude Juncker e del Ppe, Joseph Daul, Manfred Weber e Antonio Lopez, il Cavaliere descrive la situazione in Italia alla vigilia delle elezioni e, appunto, allontana i fantasmi dell'ingovernabilità e del prevalere di forze populiste e antieuropee. Intende, naturalmente, il M5S, mentre sulla Lega sua alleata garantisce che, al di là dei toni, non c'è antieuropeismo da temere.

Nella sala dove il vertice si svolge a ora di pranzo, tra una tartare di salmone e un filetto di tacchino, l'ex premier viene accolto con calore, saluti e abbracci con il capo del governo ungherese Viktor Orban, una breve chiacchierata con la Cancelliera tedesca, alla quale il Cavaliere chiede delle trattative per il suo governo, ottenendo ottimistiche rassicurazioni. C'è anche Angelino Alfano come leader di un'Ap a fine corsa. Ma con lui niente abbracci.

Su Brexit e immigrazione nel suo intervento Berlusconi chiede alle istituzioni europee di seguire una linea di fermezza e solidarietà, insistendo sul rispetto da parte di tutti del sistema delle quote di immigrati e riformando il trattato di Dublino, da un lato e, dall'altro, tutelando i 4 milioni di europei (600 mila cittadini italiani) residenti in Gran Bretagna, dopo l'uscita del Regno dall'Ue.

All'uscita l'ex premier cita l'intervento di Tajani sul Regno Unito, spiegando che come ha detto il presidente azzurro del parlamento europeo «c'è soddisfazione per come si è chiusa la prima fase delle trattative, ma ora bisognerà essere uniti nella seconda fase, anche per tutelare nel modo migliore i residenti europei nel Regno Unito».

La grande preoccupazione di Berlusconi, però, è sull'immigrazione. «I Paesi del benessere e il Ppe devono preoccuparsi - dice- del futuro di 6 miliardi di persone in miseria, sostenendo un grande piano Marshall per l'Africa. È così che bisogna ridurre l' immigrazione verso le nostre terre, frenare l'esodo, impegnando le nostre imprese a creare posti di lavoro e promuovere economie locali negli Stati africani ma non solo da cui un'enorme mole di gente cerca di fuggire da guerre e povertà. Se non lo faremo, saremo investiti da una immigrazione di massa senza precedenti».

Il Cavaliere spiega di aver parlato del piano anche con il leader russo Vadimir Putin, «che condivide». Aggiunge che c'è ancora «molto da fare in Ue, visto che Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno denunciato il sistema per la distribuzione delle quote di migranti e non intendono rispettarlo». Berlusconi replica alla chiusura dei Quattro di Visegrad insistendo sulla necessità di «rivedere il Trattato di Dublino, che impone l'accoglienza dei rifugiati ai Paesi di primo approdo, come il nostro».

È la linea sulla quale poco dopo, al Consiglio europeo, Tajani punta i piedi.

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