Politica

Cadono le accuse: Golunov è libero Sospesi 2 poliziotti

Roberto Fabbri

Il mondo dell'informazione libera e l'opposizione russa esultano. L'eccezionale mobilitazione organizzata contro l'arresto del giornalista investigativo Ivan Golunov ha portato a un risultato senza precedenti: le accuse di traffico di stupefacenti che gli erano state mosse sono state ritirate, e Golunov, che era stato posto ai domiciliari, è tornato libero alla vigilia di una grande manifestazione in suo sostegno che era stata annunciata per oggi festa nazionale in Russia - senza chiedere la prescritta autorizzazione. Risulta anzi che il sindaco di Mosca intendesse vietarla, con il rischio di gravi disordini e di una pessima pubblicità per il presidente Vladimir Putin proprio nei giorni in cui si sta svolgendo a San Pietroburgo il Forum Economico internazionale, cruciale per attrarre in Russia investimenti esteri.

Il ministro dell'Interno Vladimir Kolokoltsev non solo ha annunciato la liberazione di Golunov, ma ha dato notizia dell'imminente licenziamento di due alti funzionari di polizia che avrebbero orchestrato quello che appare in tutta evidenza un complotto piuttosto classico in Russia, dove i reporter perseguitati o addirittura uccisi si contano a centinaia - ai danni di un giornalista scomodo perché si occupava di corruzione ad alti livelli. Andrei Puchkov, capo del distretto di polizia di Mosca occidentale, e Yuri Devyatkin, capo del dipartimento moscovita di polizia per il narcotraffico, pagheranno il prezzo dello scandalo che è diventato irrefrenabile dopo che è stato dimostrato che le fotografie mostrate come presunta prova della detenzione di droga in casa di Golunov non erano state nemmeno scattate lì.

Il lieto fine è davvero una buona notizia e infatti si registra un'esplosione di entusiasmo sui social in Russia. Ma il leader dell'opposizione extraparlamentare Aleksei Navalny non si accontenta: in un tweet invita a non dimenticare la gravità del crimine commesso da personaggi che definisce «poliziotti esecutori», e chiede l'individuazione e l'arresto dei loro mandanti. Si vedrà. Rimane il fatto che per la prima volta Putin ha scelto di piegarsi davanti alla mobilitazione dell'opinione pubblica e bisognerà capire il vero significato di questa decisione.

Intanto Reporter Sans Frontieres e la stessa Ue esprimono soddisfazione, ma ricordano che il pessimo clima per la libertà di stampa in Russia permane.

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