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Draghi convoca Cts e ministri: sul tavolo le misure anti Covid

Mario Draghi ha convocato un vertice tra ministri e tecnici per capire in che direzione andare con le misure di contenimento: le varianti fanno paura

Draghi convoca Cts e ministri: sul tavolo le misure anti Covid

Mario Draghi ha deciso di convocare un vertice con i ministri chiave dell'emergenza, allargato ad alcuni membri del Cts per fare il punto sulla situazione epidemica del Paese e capire quali misure debbano essere intraprese nel breve e medio periodo per contrastare l'ondata di contagi che sembra stia nuovamente investendo l'Italia. Con il premier sono presenti il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli. E poi ancora sono stati convocati Massimo Giorgetti, Dario Francheschini ed Elena Bonetti. Per la quota Cts partecipano Franco Locatelli, Agostino Miozzo e Silvio Brusaferro.

"Ascolteremo il presidente Draghi che ci ha convocato. Diremo che serve la linea della prudenza, questo sì", ha detto Agostino Miozzo facendo il suo ingresso a Palazzo Chigi per il vertice. C'è grande timore per la diffusione delle varianti ed è sempre Agostino Miozzo a parlare, uscendo da Palazzo Chigi: "Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un'altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo". Durante la riunione, spiega il membro del Cts, "abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri. Dal punto di vista scientifico noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente". Quale sia la posizione di Mario Draghi non è dato saperlo: "Non è aperturista o rigorista, ascolta e ci ha ascoltati con attenzione".

Le parole di Agostino Miozzo non devono sorprendere. Il Cts ha espresso la linea prudente fin da subito, già prima del vertice. Nonostante al momento, come spiegato dal tecnico, non siano in agenda le riaperture, domani il Cts valuterà i protocolli di sicurezza stesi dalle associazioni e dal ministero della Cultura di Dario Franceschini. Sul tavolo i nuovi protocolli per l'eventuale, ma a questo punto lontana, riapertura di cinema, teatri e sale da concerto. L'obiettivo dichiarato per il ritorno all'attività è il 6 aprile ma i dubbi restano tanti.

Restano chiuse anche palestre e piscine, così come si allontana la possibiità di riapertura per gli impianti sciistici. Le infezioni nel Paese sarebbero dovute per il 30% alla variante inglese, che a marzo potrebbe essere prevalente. C'è grande preoccupazione per il rialzo dei contagi e per l'esplosione dei focolai che ora si tenta di arginare con le zone rosse localizzate.

Ma l'uscita di Agostino Miozzo non ha segnato il termine del vertice, che è proseguito in misura ridotta tra Mario Draghi e i ministri. La riunione è terminata poco prima delle 21 e Mario Draghi subito dopo si è diretto a Ciampino dove, insieme ai ministri Guerini e Di Maio, accoglierà le salme dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi ieri in un attentato in Congo.

A Palazzo Chigi è poi arrivato Vito Crimi, che è il delegato del Movimento 5 Stelle per la partita dei sottosegretari.

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