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In Italia l'allerta è massima. Roma e Milano, città a rischio

Tra i capoluoghi nel mirino pure Torino, Napoli e Venezia. Il Viminale convoca il comitato per l'antiterrorismo

In Italia l'allerta è massima. Roma e Milano, città a rischio

Dopo l'attentato di ieri a Barcellona anche l'Italia si preoccupa del rischio di atti terroristici, benché le misure di sicurezza messe in campo dal ministero dell'Interno siano già di livello massimo. Da mesi sono, infatti, sotto presidio tutti gli obiettivi sensibili del Paese. Tra questi monumenti, università, luoghi di culto, ministeri, piazze. Tutti quei posti, insomma, che possano costituire una possibile «attrazione» per chi volesse colpire l'Italia.

Militari e uomini delle forze dell'ordine vigilano costantemente per evitare che ciò che è accaduto in Spagna possa avvenire anche da noi. L'Intelligence italiana è, comunque, in costante contatto con le autorità di Barcellona per acquisire tutte le informazioni necessarie. Ciò che dà da pensare, in modo particolare, è il fatto che la Cia avesse preallertato Madrid riguardo alla possibilità di un imminente attentato. Al momento per l'Italia, secondo fonti vicine al Viminale, non si hanno warning di questo tipo, anche se è il ministro dell'Interno Marco Minniti ha deciso di convocare per questa mattina alle 11 il «Casa», il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, composto da rappresentanti delle forze di polizia e delle forze dell'ordine, oltre che dell'Intelligence, proprio per valutare gli eventuali rischi nel nostro Paese.

Già dall'inizio dell'estate, comunque, anche in considerazione del fatto che si sono tenuti numerosi eventi, tra cui concerti e manifestazioni in piazza, l'allerta è stata innalzata al livello massimo, quello che si raggiunge quando il rischio attentati è concreto. Questo perché l'Europa, già dopo i fatti del Bataclan e di Charlie Hebdo, ha raggiunto la consapevolezza che il terrorismo è entrato a far parte del nostro contesto sociale e il fatto che l'Italia non abbia ancora dovuto subire stragi di questo tipo non significa che ciò non possa avvenire.

A preoccupare è, in modo particolare, il blocco dei flussi migratori verso il nostro Paese. La lotta ai trafficanti di esseri umani pare stia facendo arrabbiare e non poco l'Isis, visto che la criminalità locale è spesso connessa proprio con il Califfato. E non è escluso che la collaborazione dell'Italia possa far irritare i tagliagole. D'altronde, esiste prova concreta che molti dei terroristi che hanno poi colpito l'Europa siano proprio passati di qui. È il caso di Anis Amri, l'attentatore di Berlino.

Sotto la lente d'ingrandimento restano, comunque, le principali città italiane, in primis la Capitale, ma anche Milano, Napoli, Torino, Venezia. In ogni centro urbano a operare vi sono nuclei speciali, tra cui le Sos (squadre operative di soccorso) e le Api (Aliquote di primo intervento) dei carabinieri che lavorano a stretto contatto con le altre forze di polizia e le forze speciali. Un ruolo di particolare rilievo, dicevamo, lo ha in questo momento proprio l'Intelligence italiana, che ha il compito, in collaborazione con i servizi di tutta Europa, di acquisire le informazioni necessarie a capire se anche da noi possa esserci il pericolo che accada ciò che ieri è avvenuto a Barcellona.

Tra i mezzi usati per prevenire possibili attentati anche apparecchi sempre più sofisticati, tra cui i droni.

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