Caso Skripal

Ecco il laboratorio dove nasce il gas creato dai sovietici

Venne ideato negli anni '70, oggi è prodotto nella città di Shikhany

Ecco il laboratorio dove nasce il gas creato dai sovietici

Il chimico militare russo Andrei Zheleznyakov, che ne è venuto in contatto nel 1987 durante una sperimentazione in un laboratorio segreto di Mosca, è sopravvissuto miracolosamente dopo 18 giorni di terapia intensiva, vomito e allucinazioni immediate in seguito a una brevissima esalazione. Poi ha vissuto con epatite cronica, epilessia, gli arti semiparalizzati, fino alla morte cinque anni dopo. La sua storia è stata raccontata al premio Pulitzer David E. Hoffman da Vil Mirzayanov, lo scienziato russo che si è rifugiato negli Stati Uniti nel 1992 dopo aver svelato l'esistenza del programma sovietico «Novichock», al quale ha lavorato per 27 anni. È anche grazie alla sua gola profonda che oggi Londra ha un nome e un luogo per l'agente nervino utilizzato nell'avvelenamento dell'ex spia russa Sergei Skripal e della figlia Yulia a Salisbury, Inghilterra. Ed entrambi portano alla Russia. Il nome è novichock - letteralmente «nuovo arrivato - e un'arma chimica di quarta generazione, da cinque a otto volte più potente del sarin e del Vx, entrambi classificati come armi di distruzione di massa dal diritto internazionale. Fu creato appositamente per eludere controlli e meccanismi di difesa della Nato. Sviluppato - così ha raccontato lo scienziato russo - dagli anni Settanta e fino ai primi anni Novanta - in Unione Sovietica e così sofisticato da poter essere prodotto solamente in un laboratorio di Stato. Il luogo in cui il novichock usato a Salisbury sarebbe stato prodotto è la città di Shikhany, sede di un centro di ricerca militare in Russia, sulla riva destra del Volga. Londra ne ha la certezza perché è stata proprio Mosca a riferirlo qualche anno fa in un rapporto che ha sottoposto all'Organizzazione per la Proibizione delle armi chimiche (Opac), l'organismo con sede all'Aia chiamato a verificare l'adesione alla Convenzione sulle armi chimiche ratificata anche dalla Russia. Dettagli che sono stati illustrati al governo inglese dall'ex comandante del reggimento chimico e nucleare britannico (e del suo equivalente Nato) Hamish de Bretton-Gordon. Gli esperti dell'Opac arriveranno a Londra nei prossimi giorni per un'indagine indipendente, per poi volare verso la Russia, dove verificheranno se esistono scorte del gas nervino incriminato e per supervisionare la sua eventuale distruzione. Se Mosca dovesse, come è altamente probabile, decidere di bloccare l'indagine, a quel punto la questione potrebbe passare in mano alle Nazioni Unite, dove però la Russia ha diritto di veto all'interno del Consiglio di Sicurezza.

Mosca nega: «Abbiamo concluso tutte le ricerche nell'ambito dei nuovi agenti tossici militari dopo l'adesione alla convenzione sulle armi chimiche, e lo scorso anno tutte le scorte di agenti tossici sono state distrutte», ha detto il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov.

Ma per il ministro degli Esteri inglese Boris Johnson «le prove sono schiaccianti».

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