Flat tax, Berlusconi contro Renzi: "Coi soldi spesi poteva farne tre"

Nel libro di Vespa l'ex premier stronca le mosse fiscali del governo. L'ex candidato in Puglia Schittulli: "Usato e mortificato da Fitto"

Flat tax, Berlusconi contro Renzi: "Coi soldi spesi poteva farne tre"

Silvio Berlusconi punta tutto sulla flat tax per far ripartire davvero l'Italia e risollevare la nostra economia. Una rivoluzione fiscale della quale il nostro Paese ha un disperato e urgente bisogno. «Con i soldi che ha speso Renzi in un anno e mezzo, avrebbe fatto la flat tax già tre volte - spiega il presidente di Forza Italia - per la gente potrebbe essere anche l'unico punto del programma, ci voterebbe solo per questo. L'unica strada che ci è davvero rimasta per ripartire».

L'idea dell'introduzione della «tassazione piatta» è contenuta in un un programma in sei capitoli concordato con Matteo Salvini e Giorgia Meloni e illustrato dall'ex premier nel nuovo libro di Bruno Vespa «Donne d'Italia» in uscita giovedì 5 novembre per Mondadori Rai Eri. La flat tax è fissata al 22 per cento, mentre sarebbero esenti i redditi fino a 12mila euro. Via Irap e imposte di successione. Chiusura di Equitalia. Uso del contante consentito fino a 8.000 euro. E poi una moneta nazionale aggiuntiva all'euro il cui valore verrebbe determinato dal mercato. Pensione minima a 1.000 euro su tredici mensilità e introduzione di una pensione per le mamme.

Non c'è solo l'economia nella mente del Cavaliere. C'è anche la consapevolezza che soltanto un centrodestra unito potrà davvero giocarsi la partita delle Politiche e la disponibilità a giocare in un ruolo diverso, da allenatore più che da prima punta. «Se il candidato alla presidenza del Consiglio non fossi io che molti percepiscono ormai come un politico professionista - spiega - ma una persona che ha saputo conquistarsi la fiducia di un pubblico vasto con la sua attività fuori della politica, molti tornerebbero a votare», dice a Vespa. Il leader di Forza Italia studia già la composizione di un'eventuale squadra di governo: «Se il governo avesse diciotto componenti, dodici potrebbero essere espressi dalla società civile e sei dalla coalizione di centrodestra». La cabina di regia per il reclutamento di grandi personalità potrebbe essere svolto dalla Fondazione Einaudi - recentemente salvata da Berlusconi - come centro di studi politici, con una vita autonoma dai partiti. L'auspicio è che nella Fondazione possano convergere «le eccellenze dei diversi campi e i rappresentanti di tutte le associazioni professionali». Eccellenze come il governatore della Bce Mario Draghi o l'amministratore delegato di Fca Sergio Marchionne. Così come in un futuro governo Berlusconi affiderebbe il Viminale all'ex comandante dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, le Infrastrutture a Mauro Moretti e la Ricerca a Samantha Cristoforetti.

Nel programma a cui sta pensando Berlusconi c'è, poi, la riproposizione della separazione delle carriere dei magistrati, la riforma delle intercettazioni e della custodia preventiva, la non appellabilità delle sentenze di assoluzione. Infine un programma di costruzione di case prefabbricate per i nomadi. «Secondo Salvini occorre sistemarne 40mila e non a colpi di ruspe. Mi ha detto: hai fatto in pochi mesi le case per 30mila abruzzesi, non sarà difficile farle per 40mila nomadi, case prefabbricate come quelle costruite nelle new town dell'Aquila». Infine dalla Puglia Francesco Schittulli, parlando con Affaritaliani torna ad attaccare Raffaele Fitto. «Come lo definirei? Un cinico animale politico.

Sono stato usato e mortificato nella mia dignità». Fitto, gli viene chiesto, ha un po' giocato con lei per la sua guerra contro Berlusconi? «Tolga un po'». E Berlusconi? «Un presidente che forse il Paese non ha capito».

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