La «gattara» diventa global per difendere tutti i randagi

In Usa si chiamano «Matte per i gatti». La missione: dare ai felini liberi gli stessi diritti di quelli domestici

Oscar Grazioli

Come ogni anno, ha avuto successo il Feral Cat Day, la Giornata del Gatto Randagio che si festeggia il 16 di ottobre negli Stati Uniti. Si tratta di un giorno particolare che vuole ricordare l'esistenza e la pari dignità dei gatti randagi (noi li chiamiamo «liberi» rispetto a quelli di razza pura.

Nell'agosto del 2001 una potente organizzazione americana per la difesa delle colonie di gatti, la Alley Cat Allies con sede a Bethesda (Maryland), festeggia il suo decimo anniversario e lancia la prima giornata del gatto libero per promuovere la sensibilizzazione sulle colonie dei gatti «di strada» e su come curarsi di loro e sterilizzarli. L'associazione sostiene vigorosamente la politica detta del Trap-neuter-Return, che è la stessa adottata ormai in tutta Italia. I gatti randagi, vengono catturati mediante particolari trappole atraumatiche, sterilizzati dai veterinari in un regime di convenzione, e riportati nelle piazze o nei quartieri dove avevano formato le loro colonie. Ciò consente ai gatti di vivere le loro vite libere, senza più procreare una prole che finirebbe sotto le automobili o nei gattili (dove in Usa vengono soppressi) o, peggio ancora, nelle grinfie di qualche sbandato che infierisce su di loro.

Nei paesi anglosassoni le volontarie (di solito sono donne) di questo tipo di associazioni, così come quelle che adorano i gatti, vengono definite «Crazy Cat Women» («Donne matte per i gatti»). Per una volta noi abbiamo coniato un termine più sintetico e più esemplificativo degli inglesi: sono le nostre «Gattare». La Alley Cat Allies ha deciso quest'anno di cambiare il nome della festa. Non più «Feral Cat Day» ma «Global Cat Day», estendendo a tutti i Paesi del mondo il desiderio di chiedere, in tutto il mondo, un particolare impegno per aiutare a difendere i diritti dei gatti. «Stiamo semplicemente gridando da più tetti», dicono alla Alley.

Nexie Skinane, giornalista di costume americana, si chiede in un bell'articolo scritto recentemente: «Cosa pensi quando qualcuno parla di una donna pazza per i gatti? Una donna anziana con più di cinque gatti? Una che spende tutti i suoi soldi in giocattoli per i suoi gatti?». In realtà, commenta Nexie, «le signore matte per i gatti» sono quelle che salvano e aiutano i nostri amici felini abbandonati o liberi in colonie. Se non fosse per queste persone meravigliose e compassionevoli, innumerevoli gatti sarebbero senza case adottive, lasciati tra i pericoli delle strade cittadine.

«La società - scrive Nexie - può ridere della ragazza che mette innumerevoli zampine di gatto al termine dei suoi sms, può prendere in giro quella che si reca al lavoro con un paio di scatolette per gatti (si sa mai che ne incontri uno per strada che ha fame). Eppure abbiamo bisogno di queste meravigliose persone che non comprano gatti siamesi da migliaia di euro, ma salvano gattini abbandonati nel loro quartiere e si adoperano per farli adottare mantenendoli per lunghi tempi, facendoli sterilizzare a loro spese, evitandogli le angosce del gattile e della inevitabile eutanasia».

Beh, sono le nostre gattare, appunto, giovani o anziane che per fortuna esistono e, a differenza delle loro «colleghe» americane, hanno solo la fortuna di non avere il tempo contato, perché da noi i gatti, nei

rifugi, non vengono soppressi.

Abbiamo bisogno delle «Crazy Cat Women». Abbiamo bisogno delle Gattare, perché amano gli animali sinceramente e li aiutano a vivere felici. Abbiamo bisogno di queste «persone matte per i gatti».

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