Barcellona sotto attacco

«Ho visto persone che volavano via davanti a me. Mi sono trovato dentro un inferno»

Spagnoli e turisti italiani raccontano l'orrore: "Colpito il cuore della città"

«Ho visto persone che volavano via davanti a me. Mi sono trovato dentro un inferno»

Barcellona - Jordì guarda l'orologio, e si gratta nervosamente la testa. Ha 23 anni e stringe sui fianchi il camice verde del bar che nasconde macchie più scure di sangue che poi si vedono chiaramente sui suoi sui jeans chiari. «Non è il mio sangue, è quello della ragazza che ho soccorso. Aveva una gamba maciullata, l'ambulanza l'ha portata via poco fa». Aveva appena iniziato il turno da cameriere, qui alla Cerveceria, la maggior birreria che si affaccia sulla Rambla de Canaletes. «È stato un attimo di follia che non dimenticherò. I passanti volavano in aria come fossero foglie, mentre questo furgone comparso dal nulla schiacciava sull'acceleratore». Urla, fuga di passanti spaventati, in una giornata di vacanza trasformatasi in un inferno. «Da casa mia ho visto l'orrore», urla dal balcone una signora sui settanta anni. Mentre la polizia le urla di rientrare a casa e di stare tranquilla. «Hanno colpito anche qui, nessuno è al sicuro in Europa», dicea Antonio, italiano da quattordici anni a Barcellona che lavora in un'agenzia di cambio poco distante. «Oggi non ero di turno, ma sono passato a lavoro perché avevo dimenticato il portatile. Quando sono uscito dalla metro ho visto parecchie persone per terra che si lamentavano, molti che gridavano con le braccia e gambe insanguinate e ho sentito le prime sirene della polizia. Era tutto così inverosimile».

Simona è seduta a un tavolino della Cerveceria con una bottiglia d'acqua in mano che offre al suo bimbo con il viso segnato da un pomeriggio per lui ancora più incomprensibile. «Ho provato a spiegare a mio figlio di sei anni che cosa sia successo, ma mi sembra tutto così assurdo. Amo Barcellona, ci vengo sempre da anni la settimana di Ferragosto. Ho frequentato qui l'università nel programma Erasmus. L'hanno colpita al cuore. Ero con mio figlio dall'altra parte della Rambla, quando ho sentito lo stridere delle ruote e ho visto il furgone che entrava come un proiettile nel viale centrale investendo i passanti e mi si è gelato il sangue».

Marco Oliva, giornalista di TeleLombardia era a Barcelona in vacanza, in Plaza Catalunya. «Mi sono trovato in mezzo alla folla in attimi di panici con la gente che si schiacciava. E mi è sembrato di rivivere quanto visto a Torino la notte della finale di Champions». Marco ha rischiato di essere schiacciato contro la vetrata di un bar. «Si è sentito il rumore di auto che sgommavano a tutta velocità come se stessero rincorrendo qualcuno, fuori dalla Rambla». Il giornalista riferisce della seconda operazione dei Mossos d'Esquadra quando la polizia ha aperto il fuoco contro una Ford Focus che non si era fermato a un presidio sulla Diagonal. «La folla è impazzita con un'onda che ci ha spostato di qualche metro», ha aggiunto Marco Oliva.

Cristiano era sulla Rambla, ma più a Sud, riferisce di avere visto un furgone bianco fermo in mezzo alla zona pedonale. «Ero con la mia ragazza, ritornavo dalla zona del Mare Magnum e mi sono trovato l'inferno. Ho sentito dei colpi d'arma da fuoco e siamo corsi verso un portone dove una signora catalana ci ha invitato ad entrare.

Eravamo spaventati e ci ha offerto un bicchiere di vino».

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