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La Germania loda la Svizzera: "I clandestini? Che restino in Italia"

De Maizière loda la Svizzera per aver stoppato i flussi di profughi dal Belpaese

La Germania loda la Svizzera: "I clandestini? Che restino in Italia"

Ci mancava pure lo sberleffo istituzionale. A proposito di egoismi europei, ricollocamenti sulla carta e scaricabarile, arriva dalla Svizzera la conferma che le infinite coste italiche piacciono ai tedeschi non solo per le belle spiagge. Ma anche perché, con la Grecia, sono il naturale punto di approdo della grande maggioranza degli sbarchi. Così il ministro tedesco dell'Interno Thomas de Maizière, parlando a una tv della Svizzera tedesca al termine di un incontro con parlamentari elvetici, ha lodato la Svizzera per aver blindato le frontiere col Belpaese, respingendo oltreconfine quanti, arrivati in Italia, puntavano a raggiungere la Germania passando attraverso la Confederazione. «Abbiamo un interesse comune - ha detto de Maizière - perché i migranti che in base al diritto internazionale devono rimanere in Italia, vi rimangano, o in caso contrario vi siano respinti rapidamente», alla faccia dell'andare «oltre» il trattato di Dublino. Le «solidali» (con la Svizzera) parole del ministro dell'interno tedesco seguono un mese nel quale solo pochissimi migranti sarebbero riusciti ad arrivare in Germania passando per il territorio elvetico, dopo aver lasciato l'Italia. Ovviamente i complimenti tedeschi lusingano gli svizzeri. E preoccupano qualcuno per motivi prettamente interni. È il caso di Albert Rösti, presidente dell'Unione democratica di centro e deputato del consiglio nazionale. Che a margine dell'incontro con de Maizière caldeggia un «aumento dei controlli alla frontiera con l'Italia», per evitare che «tutti i richiedenti asilo che vogliono raggiungere la Germania» passando per la confederazione elvetica «rimangano in Svizzera». L'idea sarebbe quella di prorogare a tempo indeterminato la stretta ai controlli già in corso da due settimane per evitare che black bloc e facinorosi arrivino al G20 di Amburgo, in calendario dal 7 all'8 luglio prossimi.

Il meglio è che era stata proprio la cancelliera tedesca Angela Merkel, a ottobre del 2015, a dichiarare che il trattato di «Dublino è stato ormai superato», e a chiedere «una nuova procedura che ottemperi a equità e solidarietà».

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