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I grillini fanno i finti tonti per salvare la poltrona dell'odiatore Fioramonti

Di Maio, che difese Casalino per gli audio imbarazzanti, tace. Spera che passi la bufera

I grillini fanno i finti tonti  per salvare la poltrona dell'odiatore Fioramonti

Esclusi gli insulti su Facebook rivelati dal Giornale, ci sono state le merendine, le bibite gasate, il crocifisso da togliere e ora la storia, che secondo il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, non va insegnata come se fosse il «Trono di Spade», epica saga televisiva statunitense fatta di lotte di potere, scontri sanguinosi, calamità naturali e creature fantastiche. E ieri Fratelli d'Italia ha predisposto la mozione di sfiducia in Senato contro Fioramonti per i suoi ormai noti trascorsi sui social, invitando tutto il centrodestra compatto a sostenere in Aula la sfiducia.

Ma partiamo dall'ultima dichiarazione curiosa. Intervenendo a un evento organizzato dal sindacato degli insegnanti Gilda il ministro ha spiegato la sua visione su come dovrebbe essere impostato l'apprendimento della storia tra i ragazzi. «Credo molto in un approccio alla storia che superi la superficialità del libro di testo. È come se raccontassimo una storia che è la versione libresca del Trono di Spade». Al convegno intitolato «Quale futuro senza la storia?» Fioramonti è partito da un aneddoto familiare: «Mio figlio mi chiede spesso - ha detto l'esponente del governo giallorosso - Papà perché la storia è una sequenza di battaglie? Poi ci lamentiamo che la società di oggi incoraggia la violenza e il conflitto. Non sempre la storia è maestra di vita ma serve ad avere una lente con cui leggere il futuro».

Intanto continua il silenzio del Movimento Cinque Stelle. Nessuna dichiarazione né dal capo politico Luigi Di Maio, né dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, invece, in altri casi simili avevano fatto quadrato per blindare i loro uomini. Avvenne per il portavoce del premier Rocco Casalino, incastrato mesi fa da due audio: uno in cui minacciava purghe contro i tecnici del Ministero dell'Economia in caso di maglie troppo strette della manovra del precedente governo gialloverde. L'altro in cui si lamentava con alcuni giornalisti per le ferie saltate dopo la caduta del Ponte Morandi di Genova. Accadde la stessa cosa con la vicenda del concorso di Conte all'Università La Sapienza, difesa d'ufficio da parte del M5s. Ora la strategia sembra un po' diversa. E la tattica stellata per difendere Fioramonti è stata tutta incentrata sullo sviare l'attenzione, giovedì sera, sulla polemica per le notizie sul figlio di Fioramonti che non ha sostenuto il test di italiano a scuola. Un approccio diverso nella «comunicazione di crisi», nonostante i passati attacchi sferrati dai Cinque Stelle ai parenti di altri personaggi politici: a partire dal polverone sulle inchieste contro i padri di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, per fare due esempi.Ma continuano gli strascichi politici dopo l'inchiesta del Giornale. Fratelli d'Italia ha depositato una mozione di sfiducia al Senato nei confronti del titolare dell'Istruzione. Per il partito di Giorgia Meloni è intervenuto il capogruppo a Palazzo Madama Luca Ciriani: «Le sue gravissime dichiarazioni contro le Forze dell'Ordine e gli insulti sessisti alla nostra collega Santanché sono incompatibili con l'importante ruolo che ricopre». La nota prosegue con un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rimasto in silenzio sulla vicenda: «Dal premier Conte è giunto soltanto un imbarazzante silenzio, oltremodo grave vista la volgarità delle affermazioni rilasciate dallo stesso ministro.

Per tale ragione abbiamo preparato la mozione di sfiducia personale al ministro e ci rivolgiamo alle altre forze di opposizione del centrodestra affinché sostengano la nostra iniziativa».

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