Elezioni Regionali 2020

L'affluenza, lo scontro, i poli: che cosa è successo in Emilia

Il risultato delle Regionali certifica un ritorno al bipolarismo. I temi hanno mobilitato gli elettori con la corsa al seggio

L'affluenza, lo scontro, i poli: che cosa è successo in Emilia

Il voto delle Regionali dà due certezze: la prima è il crollo totale dei Cinque Stelle, la seconda è il ruolo decisivo dell'affluenza nelle regioni rosse. Di fatto il risultato della consultazione elettorale ha uno scenario chiaro: una regione a trazione Pd (e storicamente rossa) resta a sinistra (ma accogliendo anche la spinta della Lega) e il Sud con la Calabria torna nuovamente nelle mani del centrodestra con la vittoria della candidata di Forza Italia. Ma i riflettori erano puntati tutti sull'Emilia, vero palcoscenico della sfida che avrebbe potuto dare una spallato pesante al governo. (Guarda tutti i risultati)

A determinare la vittoria di Bonaccini è stata l'altissima affluenza. Alle urne è andato il 67 per cento degli aventi diritto contro il 37 per cento del 2014. Un quadro che certifica l'importanza di questo appuntamento e la mobilitazione totale dell'elettorato di sinistra che è andato alle urne anche sotto la spinta delle Sardine scese in piazza per far da stampella ad un Bonaccini che temeva una sonora batosta. Le città fortino dell'Emilia che avevano tenuto alle Europee hanno fatto registrare un'affluenza record. E in alcuni casi questa è cresciuta. Basti pensare ai picchi del 70 per cento toccati a Bologna e alle alte percentuali di Modena e Reggio Emilia. Anche a Ravenna gli elettori di Bonaccini si sono recati in massa alle urne facendo registrare un'affluenza del 69 per cento. A Ferrara dove la Lega ha un suo sindaco, l'affluenza è calata dal 68 al 65 per cento. E a spiegare meglio cosa è accaduto in Emilia Romagna è l'analisi di Salvatore Vassallo, direttore dell'Istituto Cattaneo. Secondo Vassallo a spingere il voto sarebbe stata l'accensione dello scontro in campagna elettorale. Un elemento che ha mobilitato gli elettori verso le urne. "I dati sull’affluenza insieme alle proiezioni segnalano un’inversione rispetto agli ultimi sondaggi", ha affermato Vassallo. Poi un'analisi sui protagonisti di questa tornata elettorale, le Sardine e la macchina leghista guidata da Salvini sempre presente sul campo: "Quella di Salvini era una strategia consapevole, sapeva di imporre un’agenda divisiva. Di certo, dal suo punto di vista si poteva attendere una reazione più debole in una fase di grande debolezza della leadership del centrosinistra. Le Sardine, invece, hanno mobilitato gli elettori più di quanto fosse prevedibile".

Poi, inutile negarlo, il tracollo dei Cinque Stelle ha di fatto riaperto il terreno del bipolarismo. Da un lato il centrosinistra, dall'altro il centrodestra. E così c'è stato un ritorno al passato: "Il ritorno allo schema bipolare è legato alla confluenza dell’elettorato in una o nell’altra alternativa, in questo senso ha funzionato la polarizzazione lanciata da Salvini e poi dalle Sardine. I dati sull’affluenza confermano, però, che questa strategia ha mobilitato entrambi i fronti". Insomma la sfida in Emilia al di là dei risultati di vincitori e vinti segna un ritorno ad una politica ante-M5s con due blocchi chiari che si sfidano alle urne.

E così il vero sconfitto di queste Regionali è il Movimento destinato sempre più ad una lenta agonia verso la fine e con Di Maio ormai fuori dai giochi.

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