Marco Travaglio ha messo nel mirino Beppe Severgnini e Aldo Cazzullo. Il direttore di Sette e la firma del Corriere della Sera sono i protagonisti dell’editoriale di oggi del direttore de Il Fatto Quotidiano, che riserva loro stoccate à gogo.
Ecco, infatti, cosa si legge: "Aldo Cazzullo e Beppe Severgnini, che svolgono nell' informazione il ruolo delle nonne e delle zie nella famiglia media: vai piano, sii prudente, non fare tardi, non calpestare le aiuole, non parlare al conducente, pòrtati il maglione pesante, stai lontano dai pericoli e dalle donnacce".
Finita qui? Macché. "I due vicecommissari avevano riposto tutte le speranze e le energie in Monti, poi in Letta, poi in Renzi, poi in Gentiloni. E il 4 marzo puntavano sul governo Renzusconi (Severgnini arrivò a dar ragione a Scalfari, che fra Di Maio e B. votava B.) per salvarsi e salvarci dalla minaccia populista. Purtroppo gli elettori disposero diversamente”. Al che i nostri vice scoprirono all' improvviso il giornalismo di opposizione, passando di botto da pompieri a piromani".
Travaglio, insomma, continua a difendere l’operato del Movimento 5 Stelle di governo e irride così i due giornalisti assai critici verso le manovre dell'esecutivo giallo-verde.
Tanto che il suo editoriale è intriso di frecciatine ai colleghi: "Severgnini ammonisce dalle colonne di Sette che mala tempora currunt per colpa degli italiani che hanno sbagliato a votare senza chiedere il permesso a lui […] Anche Cazzullo, sul Corriere, è in ambasce: la "manovra scriteriata" porta il deficit-Pil nientemeno che al 2,4%. Cioè alla stessa cifra di Gentiloni nel 2017 (2,4%) e un pelino sotto quella di Renzi nel 2016 (2,5%)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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