Minniti o il tecnico Gabrielli al Viminale Di Maio vuole anche un posto per Spadafora

Alla Farnesina Gentiloni o Moavero, per le Infrastrutture è in corsa Delrio

Minniti o il tecnico Gabrielli al Viminale Di Maio vuole anche un posto per Spadafora

Accuse reciproche di poltronismo. Addebiti incrociati. «Prima i programmi», si rinfacciano gli avversari e potenziali alleati. Ma prima ancora delle cose da fare, sui tavoli dell'ipotetico governo giallorosso c'è il risiko dei ministri, e soprattutto quello dei vicepremier. Perché se sul premier è caduto il veto dei dem su Conte, a provocare ieri l'iniziale interruzione della trattativa che sembrava al fotofinish sono state secondo il Pd «le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole il Viminale e restare vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di ultimatum» (E il Pd gli propone la Difesa). Quella versione è smentita da Palazzo Chigi che ha fatto trapelare come «in presenza del presidente Conte non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso».

Allora l'accordo si inerpica sulla figura del vicepremier, che secondo i dem deve essere unico. Sul punto i dem non retrocedono perché Conte, dicono, non può essere considerato super partes o un tecnico: è un politico, organico al M5s. Quindi sarebbe irricevibile la proposta avanzata dai pentastellati e dallo stesso Conte di due vicepremier, sul modello Di Maio-Salvini. I nomi giusti per il Pd sono quelli di Andrea Orlando e di Dario Franceschini, anche se resta forte il pressing sullo stesso Nicola Zingaretti affinché entri nel governo.

Le trattative sui dicasteri si snodano dalla poltrona del Viminale di Salvini. Se forte sarebbe stata la tentazione di Di Maio, troppo alto il rischio di finire impallinato mediaticamente dalla feroce opposizione dell'ex alleato. E poi il Pd vuole a tutti i costi il ministero dell'Interno perché il primo obiettivo è smontare i decreti sicurezza del segretario leghista. In lizza ci sono il dem Marco Minniti, ma alte restano le quotazioni del capo della polizia Franco Gabrielli, voluto dai renziani. Di Maio in questo caso punterebbe alla Difesa, chiesta però anche per Emanuele Fiano.

Il Pd chiede posti di peso. Vuole oltre all'Interno anche gli Esteri, l'Economia, lo Sviluppo economico e il commissario europeo. Alla Farnesina potrebbe tornare Paolo Gentiloni ma è gradito anche l'attuale ministro Enzo Moavero Milanesi, che in alternativa andrebbe agli Affari europei. Lo Sviluppo economico Zingaretti lo vorrebbe per la sua vice Paola De Micheli. Per l'economia è in pole Antonio Misiani del Pd, ma potrebbe trovare una riconferma anche l'uscente Giovanni Tria. Di Maio punta a tenersi stretti i ministeri della Giustizia, con Alfonso Bonafede e il suo cavallo di battaglia della riforma bocciata da Salvini, dell'Ambiente, con Sergio Costa, e della Salute, con Giulia Grillo.

Ma anche Riccardo Fraccaro (Rapporti con Parlamento), mentre la poltrona delle Infrastrutture sembra in queste ore richiesta per l'ex Graziano Delrio (Pd) o per Stefano Patuanelli, oggi capogruppo M5S al Senato. Un incarico importante Di Maio lo vorrebbe per il fedelissimo Vincenzo Spadafora, già sottosegretario alle Pari opportunità.

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