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Minniti spinge lo ius soli: impegno solenne per il sì

Il ministro dell'Interno: la cittadinanza favorisce l'integrazione. Sciopero della fame dei giudici del tribunale di Milano

Minniti spinge lo ius soli: impegno solenne per il sì

È nientemeno che il ministro degli Interni Marco Minniti l'ultimo sponsor dello ius soli. Adesso che il Rosatellum è legge il Pd va avanti tutta verso un altro importante obiettivo, la norma sulla cittadinanza agli stranieri, a favore della quale si è espressa gran parte della maggioranza e tutta la sinistra, anche se si discute sull'opportunità o meno di porre la questione di fiducia. A favore dello ius soli pure un gruppo di magistrati lombardi che ha aderito allo sciopero della fame lanciato dal senatore dem Luigi Manconi.

Non è la prima volta che si esprime a favore dello ius soli il ministro Minniti, a cui si deve il drastico calo dei flussi migratori dalla Sicilia, ma questa volta è più incisivo ed esorta addirittura i suoi a prendere un «impegno solenne», quello di approvarlo in questa legislatura. Lo ribadisce sul palco della conferenza programmatica del Pd davanti al segretario del partito, Matteo Renzi, che applaude in prima fila. «Lo ius soli non è una legge sull'immigrazione - spiega - ma sull'integrazione. Il cuore della questione è come un grande partito affronta una grande questione di principio. Lo ius soli è una legge di principio. Un grande partito sulle leggi di principio dibatte, decide e convince. L'unica cosa che non fa è rinunciare e noi non rinunceremo».

Alla fine lo ius soli finisce in apertura del documento programmatico, in cui i dem ricordano come tocchi al partito «promuovere pari opportunità, diritti civili e di cittadinanza». E anche il premier Paolo Gentiloni torna sull'argomento: «Lavoreremo per creare le condizioni per approvarlo». Sulla stessa linea di Minniti anche la ministra per i Rapporti con in Parlamento, Anna Finocchiaro. «L'impegno del Pd è fondamentale per l'approvazione di una legge di civiltà che aiuta l'integrazione», twitta.

L'uscita di Minniti sullo ius soli piace al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che la ritiene «un segnale di vitalità del governo», mentre viene bocciata da Giorgia Meloni. «Il ministro ha parlato di un impegno solenne del governo - dice la leader di Fratelli d'Italia - un impegno evidentemente preso in Nord Africa durante qualche viaggio, visto che nessun italiano ha mai dato la fiducia ai governi Renzi e Gentiloni. Noi ci opporremo con ogni mezzo a questa follia di regalare la cittadinanza italiana a tutti gli immigrati». Pronta alle barricate anche la Lega, che minaccia di «scatenare una rivolta nelle aule parlamentari e nelle piazze». A parlare è Tony Iwobi, responsabile federale Dipartimento sicurezza e immigrazione della Lega: «Milioni di persone contesterebbero nelle strade il partito (anti)democratico. Minniti, Gentiloni e Renzi hanno distrutto la vita degli italiani e hanno trasformato il nostro paese in un covo di terroristi islamici. Il Pd metta lo ius soli nel programma elettorale e chieda i voti dei cittadini, se proprio vuole». Per il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri l'ostinazione del partito democratico su certe scelte «sta facendo capire agli italiani che il centrosinistra è inaffidabile». «Sicurezza, immigrazione e lavoro - aggiunge - sono i temi che stanno dando forza al centrodestra, mentre la sinistra continua la politica suicida di proporre lo ius soli».

Intanto, a proposito dell'interventismo dei magistrati in politica, le toghe dei Tribunali di Milano e Monza hanno deciso di aderire allo sciopero della fame a sostegno della riforma del diritto di cittadinanza, spingendo anche loro per l'approvazione dello ius soli.

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