Nel voto finale al Sinodo frenata sull'apertura ai gay

Conclusioni approvate, ma su accoglienza agli omosessuali e comunione ai risposati consensi sotto ai due terzi: "Unioni omo diverse dal matrimonio"

Nel voto finale al Sinodo frenata sull'apertura ai gay

Cinque minuti di standing ovation dei cardinali per Papa Francesco. «La Chiesa non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani - dice Bergoglio - No alla tentazione dell'irrigidimento ostile, al volersi chiuder dentro lo scritto, la lettera e non lasciarsi sorprendere da Dio», sono le parole ai cardinali che hanno appena completato la votazione del documento finale di questa prima parte del Sinodo. Una retromarcia rispetto alle attese, su omosessuali e sacramenti ai risposati, ma anche la maggioranza assoluta della Chiesa che sceglie strade nuove.

Scherza il Papa sui dibattiti accesi: «Mi sarei molto preoccupato se non ci fossero state queste animate discussioni». Francesco frena la «tentazione del buonismo distruttivo», «la tentazione di scagliare pietre contro i peccatori», «la tentazione di scendere dalla croce per accontentare la gente», «la tentazione di trascurare il deposito della fede» e di «trascurare la realtà». Una rivendicazione decisa: «Mai abbiamo messo in discussione le verità fondamentali del sacramento del matrimonio: l'indissolubilità, l'unità, la fedeltà e l'apertura alla vita». E ai vescovi: dovete servire, non essere padroni. «Compito del Papa è ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge e andare a trovare le pecorelle smarrite». Anche Pietro e Giacomo discutevano. È stato il cardinale Gianfranco Ravasi a minimizzare così le differenti voci che si sono confrontate e scontrate nel Sinodo sulla famiglia, e che rimangono nero su bianco sulla carta, a chiudere dopo una votazione convulsa la prima parte, la sessione straordinaria. Tre proposte non hanno ottenuto la maggioranza dei due terzi, proprio i temi più controversi, ma nessuna delle tesi del Sinodo è andata in minoranza. Sono l'ipotesi dei sacramenti per i divorziati risposati, solo in alcuni casi limite e a certe condizioni (74 no e 104 sì), l'equiparazione della comunione spirituale alla comunione sacramentale (64 no, 112 sì). E poi il testo sulle persone omosessuali: «Non esiste fondamento alcuno per stabilire analogie tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza». Sessantadue padri sinodali hanno detto no a queste parole, il sì è arrivato da 118. Il Papa ha voluto che numeri e parole fossero pubblici. La maggioranza risicata non è una bocciatura ma una frenata, che rende evidente come la Chiesa su queste questioni non sia unita: senza i due terzi queste tesi non possono essere proposte come tesi del Sinodo. Ma nonostante tutto l'apertura sembra decisa, anche solo nel fatto che temi del genere siano in documenti ufficiali. Se ne discuterà nelle diocesi e l'anno prossimo alla seconda puntata, nel Sinodo ordinario. Poi toccherà al Papa la parola finale.

«Momenti di corsa veloce e momenti di affaticamento, quasi a dire basta, momenti di entusiasmo e di ardore» commenta Francesco, che ha lasciato il Sinodo ringraziando i giornalisti per il tanto lavoro fatto. Non mestatori che raccontano fòle, ma persone che si sforzano ogni giorno di fare il proprio lavoro, raccontando quello che va e anche quello che non va. Divisioni incluse. I tempi lunghi, previsti dal calendario del Sinodo che si concluderà nel dicembre 2015, sono un tributo all'unità della Chiesa: più importante trovare una via condivisa che imporre una soluzione dall'alto, fosse anche quella del Papa.

L'apostolo Pietro e l'apostolo Giacomo disputavano a Gerusalemme, dove si discuteva sulla legge di Mosè, se la si dovesse imporre o no anche ai pagani, e non è il caso di drammatizzare se anche nel documento finale la divergenza d'opinione tra i cardinali è evidente e se la relazione intermedia (scritta da Bruno Forte e firmata da Peter Erdo), ricca di aperture, è stata praticamente stravolta. Non tutti i cardinali sono d'accordo su quale sia il modo migliore di avvicinare le persone a Gesù e al Vangelo.

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