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Ora inizia l'assalto alla Meloni. Ecco perché fa paura alla sinistra

Social e giornali diffondono, ridicolizzandolo, il discorso della Meloni al Senato. FdI ora vola. E la sinistra non può tollerarlo

Ora inizia l'assalto alla Meloni. Ecco perché fa paura alla sinistra

Il body shaming è bello solo quando colpisce chi non sta a sinistra. Prendiamo per esempio Giorgia Meloni, che ieri è intervenuta in aula con un discorso durissimo nei confronti del governo. Un intervento anche un po' teatrale, ma il cui (buon)senso era (ed è) palese: perché il governo chiede la proroga dello stato di emergenza in assenza di una reale emergenza? Sia chiaro: non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi, se ci sarà una seconda ondata o meno. Certo è che il governo, quando ne aveva bisogno, aveva richiamato all'ordine deputati e senatori: "Lo scorso agosto, quando il Parlamento era chiuso, avete convocato in 24 ore i senatori perché bisognava passare dal Conte 1 al Conte 2. E Le (a Conte, Ndr) garantisco che sei il Parlamento può esser convocato in 24 per i vostri giochi di palazzo, allora si può convocare in 24 ore anche in uno stato d'emergenza o no?". Difficile darle torto.

La Meloni in poco tempo si infiamma, come spesso accade. Parla della commissione sulle fake news, il cosiddetto "ministero della verità", e poi della sanatoria (flop) per i migranti. "Con quale faccia - dice la leader di Fratelli d'Italia mentre tiene una mano in tasca - avete multato i commercianti che scendavano in piazza chiedendo aiuto in modo composto? Con quale faccia chiudete le attività di chi non mantiene il distanziamento? Con quale faccia rincorrevate la gente con i droni sulle spiage e oggi consentite a migliaia di immigrati clandestini di entrare sul territorio italiano e poi violare la quarantena andandosene a zonzo anche quando sono contagiati? Con quale faccia? Ci dite che diavolo state facendo? È da pazzi irresponsabili, presidente Conte. Perché noi abbiamo fatto sacrifici enormi per limitare il contagio. Abbiamo condannato a morte decine di migliaia di attività, rischiamo milioni di disoccupati. E non renderemo tutto vano per la vostra furia immigrazionista. E non rida perché non c'è niente da ridere. Noi non saremo conniventi. Noi voteremo contro. E non vi daremo tregua fin quando non ridarete agli italiani la loro libertà". Già perché a questo punto il presidente del Consiglio si mette a riderle in faccia, segno che non basta saper piegare bene un fazzoletto da taschino per esser persone eleganti ed educate.

Fin qui la cronaca. Nulla di eclatante, sia chiaro. Queste cose la Meloni le ha dette in più di una occasione. Ciò che ci preme sottolineare è l'uso che gli utenti dei social e i giornali stanno facendo di questo filmato. La leader di Fratelli d'Italia, infatti, viene presentata come una pazza. C'è chi prende in giro il suo discorso, invitando a leggerlo al contrario, perché, così facendo, avrebbe più senso. Una battuta che dovrebbe restare sulle timeline dei social e che invece viene ripresa dai principali giornali di questo Paese (qui trovate il Fatto Quotidiano, Il Corriere e il Post, solo per citarne alcuni).

Immaginiamo cosa sarebbe successo se, al posto della Meloni, ci fosse stata una qualsiasi rappresentante della sinistra. Ci sarebbero state manifestazioni delle femministe, un coro unanime avrebbe condannato lo scempio contro una donna. Ma così non è. E non è la prima volta che accade. Ricordiamo solo brevemente quando Asia Argento le scattò una foto di nascosto e la postò su Instagram con la seguente didascalia: "La schiena lardosa della ricca e svergognata – Make Italy great again – #fascista ritratta al pascolo". Miglia di like, compreso quello del compianto Anthony Bourdain che paragonò la leader di Fratelli d'Italia a un "pitone che divora un'antilope". Furono in pochi, all'epoca, a difenderla. E furono in pochi a difenderla quando Oliviero Toscani la definì "ritardata" in diretta radio. Se stai destra nessuno ti difende, come notava Luca Beatrice su IlGiornale.

Non saremo dunque noi a difendere la Meloni. Sa benissimo farlo da sola, e spesso con ironia, come dimostra il caso "Io sono Giorgia". Quello che ci preme sottolineare è solo che troppo spesso si è indulgenti con chi, a sinistra, si diverte a insultare o deridere (in modo becero) chi ha due colpe: essere di destra e aver portato un partito come Fratelli d'Italia al 16%. Forse, è proprio questo numero, a dare fastidio a molti.

E a scatenare attacchi sempre più duri nei confronti della Meloni.

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