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Il piano di Salvini per prendersi tutto il centrodestra

Il leghista in crescita nei sondaggi pronto a chiedere il partito unico. E insiste su Savona

Il piano di Salvini per prendersi tutto il centrodestra

Camicia bianca sbottonata, viso abbronzato dalle lampade di Pomeriggio Cinque, Matteo Salvini è ormai un habitué dei tetti della Capitale. Tra terrazze e comignoli, luogo privilegiato delle sue esternazioni politiche, ha velenosamente ribattezzato Carlo Cottarelli «Mr 18mila euro di pensione» e insistito nella battaglia con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il leader della Lega ha annunciato che non sarà al Quirinale ai festeggiamenti della Repubblica per il 2 giugno, ma in piazza, a raccogliere firme per l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Oltre al danno, la beffa di voler annientare per via istituzionale l'uomo del Colle. Un'ulteriore sfida politica alle prerogative di Mattarella, che si è opposto alla nomina a ministro dell'economista sardo, è arrivata in serata a diMartedì, su la7: «Se tornassimo a votare, io chiederei al professor Savona di rimettersi a disposizione».

Nella Capitale Salvini è rimasto ottimamente, anche perché per la prima volta nella storia della Lega non più Nord, il consiglio federale si è tenuto a Roma. Ancora prima, alla Camera, nella sala della Regina, aveva riunito deputati e senatori per spiegare loro che le regole delle alleanze intende dettarle lui, chiunque siano gli interlocutori dei «due forni» e cioè i sedotti e abbandonati alleati del centrodestra o i tramortiti cinquestelle, che hanno già potuto sperimentare le mosse da Velociraptor del leader leghista.

I suoi parlamentari hanno in mano i sondaggi Swg che danno il Carroccio in continua ascesa, al 27,5 per cento contro il 17,4 delle elezioni del 4 marzo mentre Forza Italia sarebbe scesa dal 14 all'8 e i 5Stelle dal 32,7 al 29,5 per cento. È per questo che Salvini vorrebbe agire adesso per concludere l'operazione avviata da tempo per inglobare Forza Italia. Ai suoi ha rivelato quello che sarebbe il suo piano per «ridefinire il centrodestra» rispetto a pochi mesi fa.

Nella sua mente e nei suoi progetti, i rapporti di forza con Silvio Berlusconi si sarebbero totalmente ribaltati e adesso lui sarebbe nelle condizioni di proporre un partito unico del centrodestra. La speranza, neanche tanto recondita, è che il Cav non accetti di essere fagocitato da colui che un tempo era il giovane alleato con il quale, per altro, il rapporto di fiducia non è mai stato pieno. A questo punto, forte del «no», il segretario della Lega potrebbe anche sperare di conquistare l'elettorato azzurro confuso da un rifiuto che Salvini potrebbe vendere come «un tradimento» della storica alleanza.

La parola «tradimento» è tornata più volte sulle labbra di Salvini, anche se - raccontano dalle riunioni - in questo momento la sua strategia è soprattutto ribaltare sugli esponenti di Forza Italia la responsabilità di voler rompere. «Mi accusano di essere un traditore» la lamentela destinata a far breccia in un elettorato, quello di centrodestra, che ha sempre dato prova di detestare scontri interni e incomprensioni.

Il segretario della Lega ha fatto nomi e cognomi dei suoi avversari, una lunga lista di esponenti del partito di Berlusconi dei quali non ha gradito le dichiarazioni. Se l'è presa con «giornalisti prezzolati» e testate come Tg1 e Tg5. Una specie di lista di proscrizione della quale fanno parte i massimi vertici parlamentari azzurri e chi si sarebbe espresso in modo ritenuto poco riguardoso. «Gli italiani vogliono qualcuno che comanda, nel senso buono del termine» ha sentenziato dai tetti romani.

Dubbi su chi sia quel qualcuno, lui di sicuro non ne ha.

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