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La protesta di Fi: cartelli contro la fiducia

La capogruppo Bernini: è grave, ci è stato impedito di migliorare le misure

La protesta di Fi: cartelli contro la fiducia

Roma Il ministro dell'Interno Matteo Salvini incassa l'ok alla fiducia sul decreto sicurezza. Ma a Palazzo Madama si assottiglia la maggioranza gialloverde. Il Senato dà il via libera con 163 si, 59 no e 19 astenuti al provvedimento, che introduce le nuove norme in tema di sicurezza e contrasto all'immigrazione. I presenti sono stati 288, i votanti 241. Il decreto, superato un primo ostacolo, passa ora al vaglio della Camera: l'esame a Montecitorio comincerà il 22 novembre. Al netto dell'esultanza su Twitter del titolare del Viminale - «giornata storica!» - la maggioranza Lega-Cinque stelle perde pezzi in Senato. Solo due voti in più rispetto all'asticella della maggioranza assoluta, fissata a 161 voti. Il governo Conte, nel primo passaggio a Palazzo Madama, aveva ottenuto 171 voti favorevoli alla fiducia: ai 109 senatori grillini e 58 della Lega, si erano aggiunti due espulsi dal M5s e due eletti all'estero del Maie. Rispetto a cinque mesi fa, la maggioranza gialloverde ha perso 8 voti. La fronda dei dissidenti grillini è passata da quattro a cinque: ai senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero, si è aggiunta Virginia La Mura. Altri due senatori pentastellati, Vittoria Bogo Deledda e Mario Michele Giarrusso, risultavano malati. Si è astenuto l'ex grillino Carlo Martelli, cacciato dopo l'inchiesta sui rimborsi. Ha votato con la maggioranza Maurizio Buccarella, l'altro senatore epurato.

Salvini non si mostra preoccupato dalle defezioni interne al Movimento e tira diritto. La Lega però deve fare i conti non solo con una maggioranza che comincia a traballare al Senato ma anche con la linea assunta da Forza Italia a Palazzo Madama. I senatori azzurri hanno esposto, nel corso della dichiarazione di voto del loro esponente Maurizio Gasparri, dei cartelli recanti la scritta «sì alla sicurezza, no al governo». Il blitz della maggioranza, con il voto di fiducia, ha impedito alla pattuglia di Fi di migliorare il provvedimento: cancellando la protezione umanitaria e aumentando i fondi per il comparto sicurezza. «Una decisione grave, che ha chiuso la bocca alle opposizioni, impedendo a Forza Italia di poter dare il suo contributo a migliorare il testo - commenta Anna Maria Bernini, capogruppo degli azzurri a Palazzo Madama -. Per questo abbiamo deciso di non partecipare al voto, perché noi continueremo a dire sempre forte e chiaro: sì alla sicurezza, no al governo gialloverde». Gasparri usa toni duri nell'intervento in aula: «Apprezziamo molte cose del decreto: se non ci fosse stata la fiducia avremmo lavorato per migliorare il testo. Ma la fiducia si mette o quando c'è ostruzionismo o quando la maggioranza non si fida di se stessa. Ed è questo il caso. E non possiamo votarla». No anche del Pd mentre Fratelli di Italia si astiene. Anche se Ignazio La Russa fa dichiarazione contro, per poi seguire la scelta del gruppo.

Beccandosi il richiamo della presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

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