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Trump spiazza e apre a Mosca. Ora le sanzioni sono "rivedibili"

Il presidente Usa: "Io incubo per Putin ma non ha senso tenerlo fuori dal vertice". Ma il Cremlino rimane gelido

Trump spiazza e apre a Mosca. Ora le sanzioni sono "rivedibili"

A questo punto c'è da chiedersi chi sia il vero traditore dei propri alleati. L'Italia sospettata di venir spinta da Matteo Salvini sulla strada della Russia? L'America di quel Donald Trump pronto a chiedere il reintegro nel G7 del «nemico» Vladimir Putin? Oppure Francia, Canada, Germania e Inghilterra pronte ad approfittare del G7 per sfasciare l'asse atlantico e dichiarar guerra agli Usa nel nome dell'alluminio e dell'acciaio e del diritto a commerciare con l'Iran?

A scatenare l'ultima grande incognita capace di ribaltare il vertice e mandare all'aria i piani intessuti dal premier canadese Justin Trudeau d'intesa con il presidente francese Emmanuel Macron e la Cancelliera Angela Merkel ci pensa quel guastafeste di Donald Trump. Mentre tutti prevedono per lui un summit in trincea sotto il fuoco incrociato dell'alleato canadese e di quelli europei ribalta le carte in tavola e annuncia d'esser convinto che il G7 senza la Russia sia un inutile pateracchio. «Io dichiara Trump prima di volare nel Quebec - amo il mio paese e sono il peggior incubo possibile per Putin, ma tenere il G7 senza la Russia non ha senso. Dovrebbe essere al tavolo del negoziato. Non sarà politicamente corretto, ma abbiamo un mondo da governare qui». Come dire se devo trovare un'intesa sull'ordine mondiale fatemi discutere con qualcuno alla mia altezza. Certo il Cremlino non si fa tentare dalle avances della Casa Bianca e fa capire, tramite il portavoce Dmitry Peskov, di esser più interessato a formati come il G20 «più adeguati al contesto politico ed economico» rispetto al G7.

L'uscita di Trump basta comunque a spiazzare Trudeau e Macron intenti ad accordarsi con la Merkel per spingerlo ad un compromesso sul nucleare iraniano e sui dazi anti europei. A uscirne con le ossa più rotte di tutti è sicuramente Macron. Il presidente francese improvvisatosi portabandiera della «guerra» agli Stati Uniti aveva chiesto ad Angela Merkel, alla premier britannica Theresa May, al nostro Giuseppe Conte e ai dirigenti Ue d'incontrarlo prima dell'inizio del summit per «riforgiare il fronte europeo». Un fronte gettato nella confusione dalla mossa di Trump. E ad aumentare la confusione sotto il cielo europeo contribuisce il premier austriaco Sebastian Kurz che dopo un incontro con Putin fa sapere, come confermato da fonti della Casa Bianca, d'esser pronto ad ospitare a Vienna un summit tra il presidente russo e quello americano. Un vertice capace di rilanciare quel nuovo asse europeo su cui Kurz sembra pronto a far accomodare Salvini e l'Ungheria di Orban a tutto svantaggio di Germania e Francia.

Inavvertitamente però Trump regala un asso di briscola anche al presidente del Consiglio italiano Conte messo sulla graticola dal presidente della Nato Jens Stoltenberg d'intesa con lo schieramento «politicamente corretto» italiano, per aver osato annunciare la necessità di rivedere le sanzioni a Mosca. Sanzioni diventate dopo la mossa di Trump assolutamente rivedibili visto che rientravano - assieme all'esclusione dal G7 - nel pacchetto di «punizioni» comminate alla Russia per l'annessione della Crimea. E così Conte catapultato in Canada come premier «ignoto» si ritrova improvvisamente promosso da «sospetto» a «sodale» di Washington. Una promozione sicuramente inattesa, ma che lo spinge a ribadire con un pizzico d'orgoglio la lungimiranza delle posizioni ispirategli da Matteo Salvini. «Sono d'accordo con il Presidente Donald Trump scrive immediatamente su Twitter il nostro Presidente del Consiglio - la Russia dovrebbe rientrare nel G8.

È nell'interesse di tutti».

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