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Trump vedrà Kim a Singapore il 12 giugno «Momento speciale per la pace mondiale»

Fissati luogo e data per discutere della denuclearizzazione con Pyongyang

Trump vedrà Kim a Singapore il 12 giugno «Momento speciale per la pace mondiale»

New York Il 12 giugno a Singapore Donald Trump vuole scrivere la Storia. Dopo mesi di ipotesi e indiscrezioni ci sono una data e un luogo per l'atteso summit del presidente americano con il leader nordcoreano Kim Jong-un. Ad annunciarlo è il tycoon su Twitter, assicurando: «Entrambi cercheremo di renderlo un momento davvero speciale per la pace nel mondo». The Donald, in ogni caso, ha già raggiunto un successo senza precedenti, visto che è la prima volta che i presidenti di Stati Uniti e Nord Corea in carica si incontrano. Il vertice con Trump porterà positivi sviluppi rispetto alle recenti tensioni, afferma invece Kim. Il quale - secondo l'agenzia Kcna - durante l'incontro con il segretario di stato Usa Mike Pompeo ha sottolineato: «Sarà uno storico incontro per un eccellente primo passo verso lo sviluppo positivo degli scenari nella penisola e la costruzione di un buon futuro». Proprio durante l'incontro con il numero uno di Foggy Bottom è stata tenuta «una discussione profonda su questioni pratiche» relative al faccia a faccia, tra cui data e luogo. Non è la prima volta che la città-Stato del Sud-est asiatico viene scelta per appuntamenti diplomatici di alto profilo: nel 2015, ad esempio, vi si incontrarono i leader di Cina e Taiwan per la prima volta dopo oltre sessant'anni. Singapore ha una relazione stretta con gli Usa, mentre tutti i suoi rapporti commerciali con la Nord Corea sono stati sospesi nel novembre dell'anno scorso dopo la stretta sulle sanzioni a Pyongyang.

Per determinare il luogo del summit Trump-Kim - per cui erano state prese in considerazione anche la Mongolia e il confine demilitarizzato sul 38° parallelo - sono state analizzate soluzioni che andassero incontro alla mancanza di un aereo nella flotta di epoca sovietica del giovane leader capace di sostenere voli a lungo raggio. Oltre a fornire i requisiti di sicurezza necessari per un evento di tale portata. Dopo l'accelerazione degli ultimi mesi verso un bilaterale che solo un anno fa sembrava pura fantapolitica - e ora è definito la scommessa politica del XXI secolo - ad imprimere la svolta definitiva è stata la liberazione dei tre cittadini coreani-americani detenuti nelle carceri del regime con l'accusa di spionaggio e «atti ostili».

Kim Dong Chul, Tony Kim e Kim Kak Song sono rientrati in patria insieme a Pompeo poco prima delle tre del mattino ora di Washington, e alla base di Andrews, alle porte della capitale, si è recato ad attenderli Trump in persona insieme alla first lady Melania e al vice presidente Mike Pence. «Vogliamo ringraziare Kim Jong-un» per come sono stati trattati i prigionieri, sottolinea il tycoon, che ha messo a segno un doppio successo fondamentale sul dossier nordcoreano. Tanto che secondo il presidente sudcoreano Moon Jae-in il Commander in Chief meriterebbe di ricevere il premio Nobel per la pace per gli sforzi di risolvere il problema sul nucleare di Pyongyang. Trump, intanto, è convinto che il giovane leader voglia trovare un accordo sulla denuclearizzazione della penisola. «Credo veramente che voglia fare qualcosa», spiega, aggiungendo come i negoziati con la sua amministrazione «non sono mai andati così lontano». Ora si tratta di capire se davvero Kim è disposto a rinunciare a tutto il suo arsenale atomico, come deciso anche in occasione del vertice con Moon.

Altre questioni chiave sono la rimozione delle sanzioni e la presenza dei 30mila militari americani stanziati in Sud Corea, oltre alla liberazioni dei cittadini giapponesi trattenuti e imprigionati a forza nel corso degli anni successivi alla fine del conflitto nella penisola.

Uno dei motivi per cui Tokyo rimane più tiepida dinanzi agli slanci di ottimismo che farebbero ventilare la candidatura di Trump al Nobel per la pace.

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