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Ultimo atto del governo Svuotate le carceri

Via libera al decreto dal Cdm: previste pene alternative per le condanne sotto i 4 anni

Ultimo atto del governo Svuotate le carceri

Roma Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera ieri al decreto di riforma dell'ordinamento penitenziario, condannando di fatto le vittime di reati anche violenti quali rapina, stupro, pedofilia, stalking e furto al rischio di veder liberi i propri carnefici.

Il ministro della giustizia, Andrea Orlando, dal quale la riforma prende il nome, ha spiegato che «il testo dovrà tornare in commissione perché non sono state recepite alcune indicazioni contenute nel parere della commissione giustizia del Senato». Ma di fatto la riforma è entrata in vigore. Per lui la nuova disciplina in materia è utile all'abbattimento «della recidiva, visto che - dice - vengono attualmente spesi 3 miliardi di euro per l'esecuzione penale e visto che per chi espia la pena in carcere si ha una recidiva del 60,4 per cento contro una del 19 per cento per chi fruisce di misure alternative». Ma se da una parte il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin e il garante dei detenuti Mauro Palma esultano per l'approvazione, dall'altra parte c'è chi spiega che la riforma non è altro che «l'ultimo vergognoso colpo di coda di un governo decaduto e che ha fatto solo danni».

A raccontare quello che davvero porteranno le nuove misure è la presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime, avvocato Elisabetta Aldrovandi: «Con questa approvazione chiarisce non si rispetta la volontà degli italiani che con le elezioni hanno manifestato di voler cambiare registro e direzione rispetto alla politica degli anni passati. L'aspetto fondamentale è che per le condanne fino a 4 anni si eviterà il carcere, per cui, se una persona verrà imputata, ad esempio, per un reato di stupro che ha la pena minima di 5 anni e avrà accesso ai riti alternativi, come quello abbreviato, potrebbe essere condannata a una pena definitiva sotto i 4 anni ed evitare il carcere. Si parla di reati veramente gravi contro la persona e il patrimonio, reati che hanno un vero impatto sociale».

Aldrovandi spiega anche che «le semplici misure alternative al carcere, come l'affidamento ai servizi sociali, non porteranno tuttavia alcun assetto rieducativo del soggetto che presenta, per indole, una pericolosità marcata. Inoltre, se un detenuto che ottiene gli arresti domiciliari o una persona con l'obbligo di firma trasgredirà, si valuterà caso per caso». Ecco che con questa legge si fa passare un messaggio sbagliato.

«Ovvero che le misure alternative tiene a dire ancora l'avvocato siano adeguate a rieducare il condannato, quando non è così. Oltretutto, le nuove regole porteranno a un inevitabile incremento dei reati. In realtà questa riforma è stata fatta per evitare il sovraffolamento delle carceri, quando abbiamo 38 strutture in Italia costruite e mai inaugurate.

Anziché far uscire di galera i delinquenti conclude -, a discapito delle vittime, sempre più senza alcun diritto, si poteva pensare di investire risorse in quelle e, semmai, inasprire le pene per chi delinque come dovrebbe essere in un Paese civile».CG

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