La sardina contro Il Giornale: "Fa male alla democrazia"

Nel mirino delle sardine anti-leghiste di piazza San Giovanni finisce anche Il Giornale: "Fa male alla democrazia italiana"

La sardina contro Il Giornale: "Fa male alla democrazia"

E meno male che le sardine si erano date appuntamento in piazza San Giovanni per darci lezioni di libertà e diritti. Dal palco allestito all’ombra della basilica hanno letto e riletto gli articoli della nostra Costituzione esaltandone le virtù. Raccontandoci che quel prezioso patrimonio di valori rischia di perdersi a causa della deriva fascio-leghista del Paese. Una piega brutta contro cui bisogna resistere con le unghie e con i denti, nel nome di chi, quella Costituzione, l’ha scritta con il proprio sangue.

Sono tutti eroi in questa piazza. Si definiscono “partigiani del 2020”. I partigiani immaginari. Non hanno né una guerra né un invasore da combattere e sono alla disperata ricerca di un nemico, di una ragion d’essere. E allora l’avversario può essere chiunque. Matteo Salvini, leader di un partito di opposizione, viene dipinto come il dittatore da rovesciare. Chi lo ha sostenuto esercitando un sacrosanto diritto è un pazzo che farebbe meglio a prendere ripetizioni prima di presentarsi alle urne. E nel grande calderone dei nemici d’occasione, naturalmente, ci finiscono anche i media non allineati alla visione della piazza.

Già da qualche giorno Mattia Santori e i suoi hanno fatto sapere che avrebbero accuratamente evitato quei salotti televisivi che offrono ai propri spettatori “un dibattito sterile, parziale e demagogico”. Una specie di lista di proscrizione che ha la pretesa di distinguere l’informazione buona da quella cattiva. Guarda caso, quest’ultima, è proprio quella dove il rischio di vedersi rivolgere una domanda scomoda o una critica è più elevato. Alla faccia del pluralismo, sancito anch’esso da una sentenza della Corte costituzionale.

Nel mare magum dei media dove le sardine non vogliono sguazzare c’è anche il nostro giornale. Nella bolla di piazza San Giovanni, infatti, non tutti accettano di parlare ai nostri microfoni. Questo perché Il Giornale è considerato una minaccia per la democrazia italiana. A spiegarcelo senza troppi giri di parole è una donna sulla sessantina: “Siamo in piazza per dire che non ci riconosciamo nelle politiche di odio e di mancata inclusione di Salvini e che molto spesso il vostro giornale rilancia con dei servizi che sono quantomeno discutibili”. “Il Giornale e Libero – prosegue la signora – fanno un giornalismo che non è rappresentativo della tradizione dei giornali italiani”.

Quindi? Chi non la pensa come i pesciolini dovrebbe starsene zitto? Le domandiamo. “Lei ha lo stesso diritto che ho io di parlare – risponde la sardina – ma credo che Il Giornale e Libero siano due testate che non fanno bene alla democrazia italiana”.

Viene spontaneo domandarsi a quale modello di democrazia facciano riferimento la signora e questa piazza. E se davvero conoscano a fondo la Costituzione che tanto vanno sbandierando. Che non è un catalogo da cui prendere solo ciò che piace a loro. Allora il consiglio è quello di leggere e rileggere anche l’articolo 21.

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