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Un colpo di Kara...moh rialza l'Inter da terra e la rimette sul podio

Prodezza del francese, vittoria dopo due mesi e terzo posto. Eder in gol. Ma quanti errori

Un colpo di Kara...moh rialza l'Inter da terra e la rimette sul podio

Milano Ci vuole un colpo di Karamoh per risollevare l'Inter, per farle ritrovare una vittoria che mancava dal 3 dicembre, per riuscire a farle segnare più di un gol in una partita dopo oltre due mesi, dalla cinquina al Chievo. È un'autentica prodezza quella che confeziona il talento francese alla prima partita da titolare in questo campionato. Un autentico coniglio dal cilindro, se si pensa che lo estrae dopo un'ora di gioco con il suo piede sbagliato, il sinistro. Ma lo fa nel momento più complicato della squadra di Spalletti, con San Siro sull'orlo di una crisi di nervi per le difficoltà della squadra sul campo e gli atteggiamenti dei singoli.

Inter incapace di gestire anche il vantaggio sprint dopo cento secondi firmato da Eder. Determinante anche in quell'occasione Karamoh capace addirittura di innescare Brozovic, forse l'unico ad esserci riuscito in questa stagione. Per il croato sembrava l'inizio di un'altra storia, con quell'assist all'azzurro vice Icardi per la seconda gara di fila e al secondo gol consecutivo. Invece la domenica per Marcelo si è conclusa nel modo meno Epic possibile. Accompagnato all'uscita dal campo per il cambio da una selva di fischi, Brozovic ha pensato bene di ricambiare con un applauso all'apparenza ironico. A quel punto Spalletti lo ha zittito platealmente per poi dire: «Brozovic polemico al cambio con il pubblico? L'allenatore e la società devono far rispettare le regole, non lo punisco io, c'è un regolamento. Chi esce da questo regolamento si autoesclude, non sono io a farlo. Comunque riguarderò bene la scena».

E riguarderà bene anche le fiammate di Karamoh che hanno riacceso la sua Inter, nella versione più pazza che non si può, come da dna nerazzurro. Il vantaggio immediato; il raddoppio sfiorato; il pareggio regalato da Miranda all'ex Palacio; il Bologna che anche in dieci sfiora il pareggio e sarà pericoloso anche con due uomini in meno. In mezzo a tutto questo un rigore non dato dal Var per il fallo di mano di D'Ambrosio che fa arrabbiare Donadoni.

Non bastano certo questi tre punti raccolti in fondo a una partita durata cento minuti (nove di recupero nella ripresa) per dire che l'Inter è fuori dalla crisi. Spalletti ha anche provato a cambiare pelle alla sua squadra con Perisic mezz'ala sinistra nel centrocampo a tre, oltre a lanciare Karamoh al fianco di Eder con Brozovic a completare il tridente. La freschezza e la velocità del talento francese, uscito poi per un risentimento muscolare, possono ridare sprint sulle fasce, dove il Candreva dell'ultimo periodo ha faticato e non poco. Ma anche contro il Bologna, tralasciando i singoli, è la prestazione generale a far tenere i piedi per terra. Troppi errori tecnici, palloni persi banalmente e una manovra prevedibile. E l'Inter si porta dietro anche una serie di acciacchi: per Miranda si teme uno stiramento; Lisandro Lopez ha preso una bella «lasagna» per dirla alla Spalletti; Perisic ha giocato l'ultima mezz'ora alla Beckenbauer con la spalla sinistra fuori uso.

In quei trenta minuti però c'è stato anche un Rafinha in più, che ha aumentato la sua autonomia e soprattutto ha fatto toccare con mano quale qualità può dare all'Inter, che ne ha un disperato bisogno. Intanto Spalletti torna a vincere dopo otto partite e rimbalza al terzo posto.

Con un colpo di Karamoh.

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