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Donnarumma & Meret, le due "metà" di Buffon si giocano la sua maglia

Gigio e Alex insieme non hanno l'età del capitano E la Juve li insegue. Il rossonero: «Decide Raiola»

Donnarumma & Meret, le due "metà" di Buffon si giocano la sua maglia

Fanno trentotto anni in due. Uno in meno di Buffon, che il 28 gennaio ha spento 39 candeline. E giocano nello stesso ruolo di SuperGigi. Pronti a raccoglierne l'eredità. In nazionale e, uno dei due, magari pure nella Juventus. Perché nessuno è eterno e anche l'attuale numero uno bianconero appenderà prima o poi i guantoni al chiodo. Di Gigio Donnarumma si sa già tanto, compresi i mal di pancia che hanno già colpito il suo procuratore Raiola ogni qualvolta si è affrontato il tema del rinnovo del contratto (scadenza nel 2018) con il Milan. Di Alex Meret, appena chiamato da Ventura come terzo, si conosce invece molto meno: di proprietà dell'Udinese, è attualmente il numero uno della Spal capolista della serie B. «Io spero di restare al Milan ha ribadito il portiere rossonero -. Del rinnovo se ne occuperà il mio agente». Il che, appunto, non suona come una garanzia. Di sicuro lui ha dimostrato anche la settimana scorsa, uscendo dal prato dello Stadium baciando la maglietta del Milan dopo avere parato anche le mosche e in mezzo alle polemiche, quali siano le sue intenzioni: nel calcio di oggi però le certezze non esistono e sul suo conto Marotta ha già speso parole al miele. Dal momento che la Juventus punta al top sempre e comunque, sostituire SuperGigi con SuperGigio sarebbe un qualcosa di quasi automatico: con una vocale in più, la Signora blinderebbe la sua porta per un'altra quindicina d'anni indebolendo per di più una teorica grande del campionato. Intanto, il suo percorso in azzurro è già cominciato: il 1° settembre scorso, subentrando nell'intervallo allo stesso Buffon durante l'amichevole persa 3-1 contro la Francia, Donnarumma è diventato (a 17 anni e 189 giorni) il più giovane portiere ad aver vestito la maglia azzurra superando dopo 104 anni il primato detenuto da Piero Campelli. E Ventura ha già detto che lo vuole rivedere direttamente all'opera, in amichevole e magari non solo: «Deve giocare almeno un paio di partite».

Meret è in compenso, complici anche gli infortuni di Perin e Marchetti, uno dei volti nuovi di Azzurra. Friulano di Udine, venti anni domani da festeggiare con i grandi, portiere di tutte le nazionali giovanili compresa l'Under 19 che la scorsa estate in Germania si arrese solo in finale alla Francia. Poi, dopo uno stage con Conte («conoscendo e lavorando con Buffon, anche»), l'esplosione con la Spal e le prime etichette: il futuro Buffon, il Donnarumma della B, l'erede di Handanovic, cui in effetti lui stesso sostiene di assomigliare. Il presidente della Spal, per rendere l'idea, lo ha invece soprannominato Muret e non si fa fatica a comprenderne il motivo. Con uno zio che faceva il portiere a livello amatoriale, Meret è cresciuto nel mito di Buffon: «La prima maglietta che mi hanno regalato era la sua ha raccontato recentemente -. Idem i primi guanti. In casa si tifava Juve». E Madama su di lui si è già informata, pare. Ricevendo da Pozzo una prima richiesta di 5 milioni di euro (più bonus) che adesso aumenteranno inevitabilmente. Si vedrà. Perché su di lui hanno messo gli occhi in tanti, pare anche Napoli, Roma e Liverpool.

Nel frattempo, Meret si gode il momento e basta: «Donnarumma è di due anni più piccolo di me, al confronto mi sento quasi vecchio scherza -. Lui ha già dimostrato di poter stare a grandi livelli, io non ancora ma spero di riuscirci. Bisogna sempre pensare a lavorare per migliorarsi: il segreto è l'equilibrio, non mi esalto e non mi demoralizzo. Anche fuori dal campo sono uno tranquillo, di poche parole. Un vero friulano». Viene in mente Zoff, ecco.

Pasta simile? Chissà.

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